Dalle Harley alle sigarette, le prime vittime dei controdazi Ue

Apr 11, 2025 - 02:04
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Dalle Harley alle sigarette, le prime vittime dei controdazi Ue

Dalle highway agli scaffali, la lista dei controdazi Ue è un attacco mirato all'America di Trump. Fuori bourbon, alcolici e formaggi, dentro i simboli delle roccaforti repubblicane. Dazi al 10 e 25% in tre fasi per pareggiare i conti con Washington e riscuotere nel complesso 20,9 miliardi di euro. Il 15 aprile l'Europa rispolvera il vecchio elenco anti-tycoon con le prime contromisure da 3,9 miliardi di euro: saranno colpite le iconiche Harley-Davidson (con cilindrata superiore a 500 cc), le auto, gli yacht di lusso, i Levi's, le t-shirt di cotone. L'affondo spazierà dai mirtilli rossi al burro d'arachidi, dal succo d'arancia al mais dolce, per arrivare a tabacco da masticare, sigari e sigarette. Sotto torchio anche l'universo del benessere e della salute (oli, lacche, dischetti struccanti, camici), ma anche lavastoviglie, lavatrici, stufe e ceramiche. E poi acciaio e alluminio. A pagare pegno nel tech saranno joystick, pile e batterie. Se i colloqui con la Casa Bianca dovessero naufragare, il 16 maggio scatterà la fase due per un valore di 13,5 miliardi di euro. Il cuore pulsante dell'America repubblicana finirà sotto tiro con il manzo e il pollame di Nebraska e Kansas e il legname di Georgia, Virginia e Alabama. Colpiti anche forni, congelatori, asciugatrici e tosaerba. Sulla lista nera Ue spiccano zucchero, miele, cioccolata, caramelle, gomma da masticare, uova, frutta, verdure e i fondamentali da dispensa: caffè, tè, spezie, cereali, farine, oli, pasta, pane e biscotti. Nel fuoco incrociato finiscono anche le salse sacre del fast food a stelle e strisce - ketchup, maionese e mostarda - insieme a bibite ed energy drink. Non si salvano neppure il tacchino del Thanksgiving - pur fiore all'occhiello del democratico Minnesota - e il gelato dall'Arizona. Colpita poi la moda: giacche, tailleur, sneakers, nonché l'intimo femminile dall'Ohio e dal Kentucky, cravatte e papillon made in Florida. Toccherà anche a shampoo, trucchi, dentifrici, saponi, filo interdentale. Persino rubini, zaffiri e smeraldi. Il primo dicembre, infine, l'ultimo round da altri 3,5 miliardi: saranno colpite la soia della Louisiana, feudo elettorale dello speaker repubblicano Mike Johnson, e le mandorle.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv