La 'Wagner' di Erdogan, a fianco dei ribelli che hanno conquistato la Siria
La Wagner turca, i miliziani di Erdogan, la sua longa manus in Siria e nel continente africano dove le rappresentanze diplomatiche di Ankara sono aumentate, in circa venti anni, da 12 a 44. Ma cosa è la SADAT? Rami Abdulrahman presidente dell’Osservatorio Siriano per i Diritti umani, organizzazione non governativa con sede a Londra, e che da anni segue l’area mediorientale, è molto diretto e chiaro su questa misteriosa milizia privata turca. "La Sadat non ha nessuna differenza con il Wagner Group, si tratta di organizzazioni militari che partecipano a guerre al di fuori del proprio Paese e lo fanno esclusivamente per denaro. Cambia il nome e il Paese di origine, ma si tratta dello stesso enorme business. Noi del Syrian Observatory for Human Rights abbiamo le prove delle nostre accuse, con i mercenari siriani che lasciano il loro Paese per andare a combattere in Libia e in Africa occidentale. Ci sono mercenari che sono tornati dal Niger e hanno raccontato la loro esperienza e alcuni canali arabi hanno intervistato questi uomini e le loro famiglie, non siamo gli unici a denunciare questi fatti. Le organizzazioni come la Sadat sono professioniste nel negare il proprio coinvolgimento, hanno iniziato a negare di essere coinvolte in Libia e Azerbaigian e adesso negano di operare in Niger. I fatti dicono che questi mercenari siriani vengono mandati in giro per il mondo a difendere gli interessi della Turchia”. Nasce nel 2012 fondata dall’ex generale di brigata Adnan Tanriverdi, noto per le sue tendenze islamiste tanto da essere rimosso, negli anni ’90 del secolo scorso, dall’esercito turco. Nel 2012 Erdogan lo nomina membro del nuovo comitato consultivo per la politica estera. La Sadat sarà determinante, poi, nella repressione del presunto colpo di Stato in Turchia del 2016. Secondo le dichiarazioni ufficiali la milizia si occuperebbe “di consulenza, addestramento militare e servizi logistici nei settori delle difesa interna ed esterna” ma l’accusa, largamente condivisa nel mondo della geopolitica, è che la Sadat sia il braccio armato ufficioso del governo di Ankara, un vero esercito parallelo. Nell’estate del 2020 un report report del Dipartimento della Difesa americana presentato al Congresso stimava in non meno di 5mila il numero di effettivi schierato dalla Sadat in Libia e in alcune decine il numero di addestratori inviati da Ankara nel Paese per formare e addestrare le milizie di Tripoli e un volume d’affari di interscambio pari a 37 miliardi di dollari. Melih Tanriverdi, il figlio del fondatore e presidente del Consiglio di amministrazione della Sadat afferma: “Noi vogliamo aiutare i Paesi islamici fornendo i nostri servizi sul campo e migliorando le capacità difensive. Il nostro scopo è rafforzare il mondo islamico che deve occupare il posto che merita nel mondo come super-potenza”. Dal 2012 la Sadat ha iniziato ad operare in Siria, al fianco delle unità jihadiste del Fronte al Nusra, che poi si sono trasformate nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) che in questi giorni ha portato alla caduta del regime. Allora l’appoggio turco ai ribelli islamisti poco potè contro l'intervento della 'vera' Wagner che, per conto del presidente russo Putin, aiutò Assad a riprendersi il Paese. 12 anni dopo la le parti si sono invertite: i mercenari filo turchi di Sadat sono a Damasco, la Wagner sopravvissuta al suo fondatore è tornata a fare operazioni sporche in Africa e Erdogan così lavora alla creazione di una zona cuscinetto che nelle intenzioni del rais servirebbe a ridurre la minaccia terroristica incarnata dai curdi, considerati da sempre da Ankara come nemici della stabilità.
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