A Chigi la madre di Cecilia Sala, impegno per l’immediata liberazione e per un trattamento dignitoso
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a palazzo Chigi Elisabetta Vernoni, madre della giornalista italiana Cecilia Sala, detenuta nel carcere di Evin a Teheran dal 19 dicembre scorso. Dopo l’incontro ha anche avuto un colloquio telefonico con il padre della 29enne, Renato Sala.
La premier ha tenuto ieri un vertice nella sede del governo per fare il punto sul caso confermando “l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana”. Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare a Milano su richiesta delle autorità degli Stati Uniti, “il governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali”. Inoltre, secondo quanto riferito da palazzo Chigi in una nota, “il sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, a riferire al Copasir questa mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento”.
Alla riunione, convocata dalla presidente del Consiglio hanno preso parte il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e il consigliere diplomatico del presidente, Fabrizio Saggio.
Sempre nella giornata di ieri su indicazione di Tajani, il segretario generale ambasciatore Riccardo Guariglia ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran a Roma, Mohammad Reza Sabouri. Da parte italiana è stata innanzitutto chiesta la liberazione immediata della connazionale, giunta in Iran con regolare visto giornalistico. L’ambasciatore Guariglia ha altresì ribadito la richiesta di assicurare condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani, di garantire piena assistenza consolare alla connazionale, permettendo all’ambasciata d’Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati. Il 30 dicembre scorso l’Iran ha confermato che la giornalista si trova in stato di arresto a Teheran per aver “violato le leggi della Repubblica islamica”. Secondo il ministero della Cultura iraniano, l’arresto è avvenuto in conformità alla legge.
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