Boicottaggi e tensioni: l’Eurovision 2026 divide

Dic 29, 2025 - 00:43
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Boicottaggi e tensioni: l’Eurovision 2026 divide

L’Eurovision Song Contest 2026 si prospetta come un’edizione contrassegnata da polemiche e divisioni. La decisione dell’European Broadcasting Union (EBU) di permettere la partecipazione di Israele ha scatenato una reazione a catena di boicottaggi da parte di diversi paesi. I Paesi Bassi, la Spagna, la Slovenia, l’Irlanda, e recentemente anche l’Islanda, hanno deciso di non solo ritirarsi dalla competizione, ma di boicottarla anche a livello televisivo. In controtendenza, l’Italia ha confermato il suo sostegno, votando a favore di Israele e ribadendo la propria partecipazione all’evento. La controversa decisione dell’EBU di includere Israele nell’edizione 2026 dell’Eurovision ha innescato una significativa protesta nel panorama musicale europeo. Paesi come i Paesi Bassi, la Spagna, la Slovenia e l’Irlanda hanno annunciato il loro ritiro e boicottaggio televisivo dell’evento, seguiti dall’Islanda. Il voto dell’EBU ha visto 739 voti a favore della partecipazione israeliana, 265 contrari e 120 astensioni. Questi paesi hanno espresso disappunto verso la decisione, sottolineando le implicazioni politiche e etiche della partecipazione di Israele, specialmente alla luce delle accuse mosse dalle Nazioni Unite riguardo alle violazioni dei diritti umani nei confronti dei palestinesi a Gaza. L’Italia, in qualità di membro dei Big Five insieme a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, ha confermato la sua partecipazione ed espresso il suo sostegno a Israele. La Rai ha sottolineato l’importanza dell’Eurovision come piattaforma per unire diverse culture attraverso la musica, affermando che l’impegno del paese nella competizione riflette la volontà di promuovere la musica e la cultura a livello internazionale. La scelta di sostenere la partecipazione del broadcaster pubblico israeliano Kan è stata vista come un modo per rafforzare il ruolo dell’Italia nella promozione culturale globale. Il Portogallo ha seguito il recente esempio dell’Islanda, con 11 dei 16 concorrenti del Festival da Canção che hanno dichiarato che non parteciperanno all’Eurovision se vincono il concorso nazionale. Gli artisti portoghesi hanno espresso il loro dissenso verso la partecipazione di Israele, giustificando il rifiuto come una protesta contro le presunte violazioni dei diritti umani da parte di Israele. In una dichiarazione, hanno criticato l’EBU per non aver adottato la stessa posizione di esclusione riservata alla Russia nel 2022, nonostante le accuse di genocidio mosse contro Israele. Questa decisione riflette un crescente malcontento tra gli artisti rispetto alle implicazioni politiche dell’evento.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv