Due importanti gruppi armati del Darfur si sono schierati al fianco dell’esercito sudanese
Due importanti gruppi armati del Darfur firmatari dell’accordo di pace di Giuba, la fazione del Movimento di liberazione del Sudan (Slm-Mm) guidata da Minni Minnawi e il Movimento per la Giustizia e l’Uguaglianza (Jem), si sono schierati al fianco dell’esercito sudanese e del suo leader e presidente di transizione Abdel Fattah al Burhan contro le Forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). “In risposta alla minaccia delle Rsd all’unità del Sudan e ai loro ripetuti assalti contro città, villaggi e civili indifesi, con conseguenti vittime e sfollamenti, insieme all’attuale pericolo per i convogli umanitari e commerciali dovuto ai tentativi di interrompere le rotte di rifornimento verso varie aree, rinunciamo ad ogni neutralità. Dichiariamo senza esitazione la nostra partecipazione attiva alle operazioni militari su tutti i fronti”, si legge in una nota congiunta. Dall’inizio del conflitto lo scorso 15 aprile e fino ad oggi, i gruppi del Darfur si erano dichiarati neutrali. Minnawi ha spiegato che la loro iniziale dichiarazione di neutralità nel conflitto mirava a prevenire l’escalation degli scontri militari, affermando che le diffuse violazioni commesse dalle Forze di supporto rapido (Rsf) nei campi profughi, che hanno portato ad un aumento degli sfollati a circa 5 milioni nella regione del Darfur, li hanno spinti a rivedere la loro posizione. Nella dichiarazione, l’Slm-Mm e il Jem hanno sottolineato il loro “incrollabile impegno per l’unità del Sudan, la sua terra e il suo popolo”, e si sono impegnati a “contrastare qualsiasi tentativo in corso di smantellare il Paese”. Gibril Ibrahim, leader del Jem, ha affermato che il popolo sudanese “aspettava il momento” in cui il movimento si sarebbe allineato con l’esercito contro Rsf. “Non avevamo previsto che questa guerra avrebbe preso di mira i civili e avrebbe provocato il saccheggio delle loro proprietà”, ha proseguito Ibrahim, aggiungendo che a motivarli è stata anche la decisione delle Rsf di “passare al piano B” dopo il fallimento della conquista di Khartum, piano che prevede “la divisione del Sudan” a partire dagli Stati del Darfur. Di recente le stesse Rsf hanno annunciato l’intenzione di conquistare tutti gli Stati del Darfur. La dichiarazione congiunta fa appello anche al Ciad, esortando le sue autorità a mettere fine al loro sostegno alle Rsf, e invita le altre nazioni della regione che sostengono le forze paramilitari ad astenersi da interferenze negli affari sudanesi. Diverse fonti hanno confermato nel corso del conflitto il rifornimento di armi alle Rsf da parte degli Emirati Arabi Uniti e delle milizie libiche del generale Haftar tramite l’aeroporto di Um Jaras in Ciad, effettuato sotto un’intesa tra i leader dei due Paesi. Gli osservatori ritengono che l’uccisione di un comandante sul campo dell’Slm-Mm nel Nord Darfur lo scorso 6 novembre sia stata una delle ragioni che hanno portato Minnawi a rivedere la sua posizione nel conflitto.
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