La BCE certifica il recupero del mercato del lavoro UE
Secondo un’analisi della BCE pubblicata stamane, il mercato del lavoro dell'area dell'euro, dopo la pandemia, ha dimostrato una notevole capacità di recupero. Il tasso di disoccupazione è rimasto ai minimi storici e l'occupazione è cresciuta costantemente nonostante la debolezza della crescita economica e le varie sfide per l'economia, come la crisi energetica innescata dall'invasione russa dell'Ucraina, le tensioni geopolitiche e il conseguente inasprimento della politica monetaria. Dal quarto trimestre del 2021 al secondo trimestre del 2024, la crescita cumulata dell'occupazione (3,3%) ha superato la crescita cumulata del PIL reale (2,4%) di 0,9 punti percentuali. Questo dato è notevole se si considera che alla fine del 2021 sia l'occupazione che la produzione avevano recuperato completamente i rispettivi livelli pre-pandemia. La tenuta dell'occupazione ha tuttavia portato a un calo della crescita della produttività del lavoro, misurata in termini di produzione media per dipendente, che è scesa al di sotto del suo già debole trend storico. La Banca Centrale Europea rileva anche margini di profitto più elevati e salari reali più bassi, che insieme a una riduzione delle ore medie lavorate per dipendente, hanno permesso alle imprese di assumere più lavoratori e di mantenere il personale durante la debole crescita economica, mentre l'aumento della partecipazione alla forza lavoro ha contribuito a risolvere la potenziale carenza di manodopera. L'impennata dell'inflazione all'inizio della crisi energetica ha ridotto significativamente i salari reali, rendendo le assunzioni meno costose per le imprese. Ciò ha creato incentivi per le imprese a privilegiare l'apporto di manodopera, dato l'aumento dei prezzi dell'energia e dei fattori intermedi, contribuendo così alla tenuta delle dinamiche del mercato del lavoro in un periodo di crescita economica debole.
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