Milano perde un pezzo di storia, chiude l'Odeon
Oggi un altro pezzo della vecchia Milano è destinato a scomparire. Chiude definitivamente il cinema Odeon di via Santa Radegonda, un vero e proprio luogo di culto per i cinefili con il suo ingresso monumentale, i lampadari art decò e i marmi policromi, oltre alle sue dieci sale con 2.250 posti a sedere. Al suo posto nel 2024 ci sarà un “Nuovo Odeon”, un centro commerciale dove i visitatori troveranno negozi, ristoranti, uffici e anche cinema: sono infatti previste 5 sale, che troveranno posto nel piano seminterrato. Uno spazio che promette di essere più moderno e funzionale in uno dei luoghi più conosciuti della città, accanto al Duomo, ma che inevitabilmente fa riflettere su un altro capitolo della storia cittadina, destinato a chiudersi in nome della modernità. La storia dell’Odeon - come ricorda il Corriere della Sera - parte da lontano e vede, tra Ottocento e inizio Novecento, l’inaugurazione prima di un piccolo teatro e poi della prima centrale termoelettrica italiana, di proprietà della Edison. La centrale non dura per più di 40 anni circa: nel 1926, infatti, l’edificio viene demolito ancora e nasce un cinema-teatro, che nel 1929 diventerà l’Odeon così come lo conosciamo con la sua prima proiezione: La spedizione del Barone Franchetti in Dancaglia, uscito sul grande schermo il 26 novembre 1929. Colpito durante i bombardamenti dell’agosto 1943, l’Odeon riapre già all’inizio di settembre, ospitando temporaneamente anche i concerti dell’orchestra del Teatro alla Scala, rimasto danneggiato in modo più serio. Nel 1986 passa al gruppo americano Cannon e diventa il primo multisala, a scapito del teatro sotterraneo, con le locandine luminose che cominciano a comparire all’esterno. Nel 2009 passa al gruppo The Space.
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