Addio Spid: diventerà a pagamento o sarà spento? Ecco cosa cambia da luglio e perché il governo punta sulla Cie

Lug 8, 2025 - 00:07
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Addio Spid: diventerà a pagamento o sarà spento? Ecco cosa cambia da luglio e perché il governo punta sulla Cie

Addio Spid. L’acronimo sta per Sistema pubblico di identità digitale e la domanda è: diventerà a pagamento o sarà spento? Uno strumento che, da anni, i contribuenti italiani utilizzano quotidianamente: si tratta infatti di un sistema che – tramite applicazione, Pin, password e credenziali di accesso personali – permette ai singoli cittadini di interagire in modo diretto con la Pubblica Amministrazione. Ma, già da qualche tempo, il governo starebbe lavorando con l’obiettivo di sostituire lo Spid con la Cie, vale a dire la Carta di identità elettronica, che diventerebbe così l’unica modalità di accesso ai servizi digitali delle PA. A differenza della Cie, sviluppata e gestita direttamente dallo Stato, lo Spid è affidato a fornitori privati, convenzionati e finanziati attraverso risorse pubbliche. Finora la gratuità del servizio è stata garantita, ma a partire da luglio 2025 alcuni provider potrebbero iniziare a renderlo a pagamento. Al momento, dunque, il futuro dello Spid appare sempre più incerto. Nei giorni scorsi sui media si è parlato a più riprese di quei 40 milioni di euro promessi in passato dal governo e destinati agli identity provider che mantengono operativo il sistema, erogando e gestendo le credenziali. Repubblica ha raccolto lo sfogo di Andrea Sassetti, presidente di Assocertificatori (che riunisce i principali fornitori) il quale fa sapere che quei soldi non sono mai arrivati. “Abbiamo perso milioni di euro nello Spid per otto anni”, ha sottolineato Sassetti. Ecco perché tra i fornitori c’è chi avrebbe deciso di trasformarlo in un servizio ad abbonamento annuale, chiedendo ai cittadini una sottoscrizione a pagamento. Sassetti è convinto che più gestori passeranno a un modello a pagamento a partire dal secondo anno di utilizzo, lasciando la gratuità solo per il primo anno.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv