Argentina: processo a Maradona, si dimette la giudice accusata di farne un documentario

Al termine di un serrato dibattito, Julieta Makintach ha deciso di rinunciare all’incarico di giudice del processo sulla morte di Diego Armando Maradona. La giudice era finita al centro delle polemiche perché coinvolta, con un ruolo da protagonista, in un documentario che si stava preparando sul dibattimento in corso, dal titolo “Giustizia divina”.
“Spero che il processo possa continuare anche senza di me. Non conoscevo questo materiale e sono sorpresa come tutti voi”, ha detto Makintach rispondendo alla richiesta di estrometterla dal processo avanzata dal procuratore Patricio Ferrari. “Non crederanno a nulla di ciò che io vi dico. Mi dispiace che non mi crediate. Non conoscevo questo materiale, non ho mai visto la sceneggiatura, che non è mia, non mi appartiene”, ha detto la togata rivendicando la sua innocenza e la mancanza di fatti di rilevanza penale attribuibili al suo comportamento. Il procuratore Ferrari aveva poco prima riassunto il corpo centrale della polemica: come mostrava un promo di circa un minuto di tempo, Makintach era protagonista di un documentario in sei puntate da mezz’ora ciascuno, pronto ad essere tradotto in più lingue e avviato sul mercato delle piattaforme in streaming.
L’unico documento riconosciuto dalla giudice è relativo ai preparativi di un’intervista concessa “a un’amica di infanzia”, materiale che – assicura – non sapeva sarebbe finito nel documentario. Gli altri responsabili del tribunale hanno definito l’iniziativa come “estremamente grave”, negando di aver mai dato il permesso a girare con scopi diversi da quelli stabiliti dalla corte per documentare le fasi del processo. La richiesta del procuratore Ferrari era stata accolta e condivisa in breve dai legali dei familiari di Diego, in un susseguirsi di dichiarazioni di sfiducia sulla attendibilità di un processo con un presunto giudice “attore”. Le parti sono ora riunite per decidere se e come proseguire il giudizio.
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