Arriva DeepSeek, la ChatGPT cinese è un'altra sfida alla supremazia Usa

Jan 30, 2025 - 07:04
 0  10
Arriva DeepSeek, la ChatGPT cinese è un'altra sfida alla supremazia Usa

Brutte notizie per i tecno baroni della Silicon Valley: lunedì i mercati borsistici si sono accorti che forse gli Stati Uniti d'America non saranno più leader indiscussi nel campo dell'intelligenza artificiale. Basti pensare alle grandi aziende tecnologiche come OpenAI, Anthropic, Google, Meta e senza dimenticare X. Le stesse i cui capi si sono affrettati ad accompagnare Trump il giorno dell'inaugurazione del suo secondo mandato. Le azioni europee hanno chiuso per lo più in ribasso, seguendo la scia di Wall Street per le preoccupazioni del settore tecnologico globale che hanno minato l'ottimismo degli investitori. Il cambiamento nella narrazione è iniziato qualche settimana fa, quando il laboratorio cinese di intelligenza artificiale DeepSeek ha presentato il suo modello linguistico di grandi dimensioni DeepSeek-V3. Si tratta di un'intelligenza artificiale paragonabile a ChatGPT, ma molto più economica da costruire, perché richiede meno chip di intelligenza artificiale e si 'accontenta' di gpu meno evolute e di infrastrutture cloud molto ridotte. Abbassando enormemente i costi la Cina ora minaccia anche questo dominio Usa, e il senso di urgenza dell'amministrazione Trump è diventato palpabile. DeepSeek ha dovuto fare di necessità virtù: i controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti hanno limitato l'accesso ai chip di intelligenza artificiale più avanzati di NVIDIA. Questi controlli hanno anche limitato le possibilità delle aziende tecnologiche cinesi di competere con le loro grandi controparti occidentali. Di conseguenza, queste aziende si sono rivolte alle applicazioni a valle invece di costruire modelli proprietari. L'hardware avanzato è fondamentale per la creazione di prodotti e servizi di IA e il fatto che DeepSeek abbia raggiunto una svolta dimostra come le restrizioni imposte dagli Stati Uniti potrebbero non essere state così efficaci come si voleva far credere. Secondo quanto riferito dalla stessa DeepSeek , l'azienda ha speso solo 5,6 milioni di dollari per sviluppare il modello DeepSeek-V3, una cifra sorprendentemente bassa rispetto agli investimenti di OpenAI, Google e Microsoft. Secondo quanto riferito da Sam Altman, OpenAI ha speso 100 milioni di dollari solo per addestrare il suo modello GPT-4. In generale si stima che il costo hardware di DeepSeek sia solo il 3% rispetto ai competitor statunitensi. Se il settore dell'intelligenza artificiale cinese riesce a presentarsi sul mercato con standard tecnologici così elevati e con costi così bassi, c’è il rischio che gli investitori nel settore dell'intelligenza artificiale tradizionale (quella americana) diventino vittime di una corsa al ribasso dei costi in una vera e propria guerra di logoramento, antica specialità della politica commerciale di Pechino.

Qual è la tua reazione a questa notizia?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow

Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv