Assistenza da 750 milioni: il Bangladesh raggiunge un accordo preliminare con il Fondo monetario internazionale
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha raggiunto un accordo a livello di personale con le autorità del Bangladesh su un’assistenza finanziaria aggiuntiva di 750 milioni di dollari circa. L’accordo, soggetto all’approvazione del Consiglio esecutivo, prevista nelle prossime settimane, è stato raggiunto nel contesto della terza revisione del programma di assistenza finanziaria mediante gli strumenti Extended Credit Facility (Ecf), Extended Fund Facility (Eff) e Resilience and Sustainability Facility (Rsf). Lo rende noto un comunicato pubblicato oggi dall’Fmi al termine di una missione nel Paese (3-18 dicembre) guidata da Chris Papageorgiou per discutere delle politiche economiche e finanziarie necessarie per completare la terza revisione. L’erogazione dei 750 milioni di dollari porterebbe l’assistenza attraverso i fondi Ecf ed Eff a circa quattro miliardi di dollari e i fondi Rsf a circa 1,3 miliardi di dollari. Al completamento della terza revisione, saranno resi disponibili circa 645 milioni di dollari (di cui circa 426 milioni nell’ambito di Ecf ed Eff e circa 219 milioni nell’ambito di Rsf). Papageorgiou ha così sintetizzato la situazione attuale del Paese: “La tempestiva formazione di un governo ad interim ha favorito un graduale ritorno alla normalità economica. Tuttavia, l’attività economica ha rallentato in modo significativo e l’inflazione rimane elevata. I deflussi di capitali, in particolare dal settore bancario, hanno esercitato pressioni sulle riserve di valuta estera. Inoltre, le entrate fiscali sono diminuite, mentre le pressioni sulla spesa sono aumentate. Queste sfide sono ulteriormente esacerbate dallo stress in alcune parti del settore finanziario”. Per quanto riguarda le previsioni, il prodotto interno lordo reale dovrebbe rallentare al 3,8 per cento nell’anno fiscale 2025 mentre per l’esercizio 2026 ci si aspetta un rimbalzo al 6,7 per cento. Nei due anni l’inflazione media dovrebbe posizionarsi rispettivamente intorno all’undici e al cinque per cento. “Per affrontare l’emergente divario di finanziamento esterno e l’inflazione persistentemente elevata, è fondamentale un inasprimento delle politiche a breve termine. Il consolidamento fiscale dovrebbe dare priorità alla rapida attuazione di misure di entrate aggiuntive, come la rimozione delle esenzioni fiscali, limitando al contempo la spesa non essenziale. Insieme all’inasprimento monetario, una maggiore flessibilità del tasso di cambio e la salvaguardia dei buffer di riserva valutaria rafforzeranno la resilienza dell’economia agli shock esterni”, suggerisce l’Fmi. Servono “urgenti riforme fiscali per stabilire un sistema più equo e trasparente e aumentare in modo sostenibile le entrate” e “una strategia completa per frenare la spesa per sussidi e affrontare gli arretrati nei settori dell’elettricità e dei fertilizzanti”. Inoltre, “è essenziale affrontare le vulnerabilità nel settore bancario”, valutando accuratamente i prestiti non performanti e preparando una tabella di marcia per la ristrutturazione. Allo stesso tempo, dovrebbero essere promosse una vigilanza basata sul rischio e riforme per migliorare la governance aziendale e l’indipendenza della banca centrale, nella prospettiva di attrarre più investimenti esteri diretti e diversificare le esportazioni oltre il settore dell’abbigliamento confezionato. Infine, “è fondamentale costruire la resilienza al cambiamento climatico per ridurre le vulnerabilità macroeconomiche e fiscali”.
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