Caso Orlandi, il fratello Pietro: 'Chiaro il coinvolgimento dello Stato, ora verità'
In merito alla vicenda del rapimento di Emanuela Orlandi, “è chiaro che c’è stato un coinvolgimento dello Stato italiano. Se ne deve parlare, non si può continuare ad avere questo tipo di atteggiamento, dopo 41 anni la verità qualcuno la deve conoscere”. Lo ha detto il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, nel corso dell’incontro pubblico in Sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma. “Lo stato italiano è sempre stato succube dello Stato vaticano, ma ci sono persone che devono per forza sapere anche nello Stato italiano. Se ne deve parlare, perché c’è sicuramente anche un coinvolgimento dello stato italiano. C’era un sacco di gente che aveva paura all’epoca e che ha paura anche ora. Per questo c’è ancora tanta omertà delle tante persone che sanno che è successo. C’è silenzio da parte di tutti”, ha detto. Pietro Orlandi ha poi continuato: “Spero di essere vicino alla verità, ma se in 40 anni non vengono fatte delle verifiche, certe cose rimangono in piedi. Poi se c’è un maggior coinvolgimento di una persona come Giovanni Paolo II la verità non verrà mai fuori. Per me la complicità – ha aggiunto – è anche se si sa e non si parla. Tutte le persone che in Vaticano sanno sono complici nel momento in cui non raccontano le cose come stanno. Il nostro più grande nemico è il tempo”. Per quanto riguarda la commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, secondo Pietro Orlandi “tante audizioni secondo me erano inutili, la commissione dura ancora 2 anni e mezzo, quindi io avrei accelerato su audizioni di alcuni personaggi per approfondire determinati argomenti. Però io capisco anche la commissione che non è un organo come la procura e non ha i suoi stessi strumenti, quindi è normale che in questo momento cerchino di fare audizioni ad ampio raggio. Ma adesso ho l’impressione che stiano un po’ cambiando e che prenderanno un’altra strada”, ha concluso. Pietro Orlandi ha poi continuato: “Sicuramente faranno dei passi importanti su Mirella Gregori. Quindi, anche se non dovesse uscire nulla su Emanuela, mi auguro che questa commissione possa fare luce sulla vicenda di Mirella”. Si tratta di “due storie separate e la sua storia non è mai stata approfondita a livello di indagini. Quindi secondo me potrebbero avvicinarsi alla verità, tenendo conto che su questo non c’è la presenza del Vaticano”, ha concluso.
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