Continua il rallentamento della crescita economica
Prosegue il calo dei volumi di credito, “coerente con il rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti”: lo rileva il rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana, evidenziando come a novembre i prestiti a imprese e famiglie siano scesi del 3,4% rispetto a un anno prima, mentre ad ottobre avevano registrato un calo del 3,3%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 5,5% e quelli alle famiglie dell’1,1%. Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) ad ottobre sono state 17,6 miliardi di euro (17,7 miliardi a settembre). Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 71,3 miliardi. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,04% ad ottobre 2023 (1,05% a settembre 2023; 4,89% a novembre 2015). “I più recenti dati, relativi agli andamenti dell’economia dell’area dell’euro e di quella italiana – sottolinea l’Abi - continuano a mostrare che gli effetti della politica monetaria restrittiva realizzata dalla Bce si stanno manifestando. Gli effetti possono cogliersi anche nel mercato bancario in Italia”. Per quanto riguarda i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento a novembre, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4,48%, ad ottobre era il 4,35%; il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 5,55%, ad ottobre era il 5,46%; il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,75%, ad ottobre era 4,71%. Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a novembre 2023 risulta di 192 punti base. Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a novembre è salito al 3,81%. Ad ottobre tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,75%; area dell’euro 3,54%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE), l’incremento è di 352 punti base. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a novembre è il 4,20%, con un incremento di 289 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. A novembre 2023 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è aumentato allo 0,95% dallo 0,92% di ottobre (0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è cresciuto allo 0,51% dallo 0,50% di ottobre, tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento. La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di quasi 271 miliardi tra ottobre 2022 e ottobre 2023 (154,8 miliardi famiglie, 29,7 imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). A novembre 2023 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+17,8%), in accelerazione rispetto ad ottobre 2023 (+16,1%). I soli depositi, nelle varie forme, sono scesi a novembre 2023 del -4,2% rispetto a novembre 2022 (-4,9% ad ottobre 2023). A fronte del forte incremento della raccolta indiretta, la raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata a novembre 2023 in calo del -2,0% su base annua (-2,8% a ottobre 2023).
Qual è la tua reazione a questa notizia?