Gaza, Trump alla 'Cnn': Se Hamas non rispetterà l’accordo, permetterò a Israele di riprendere le operazioni

Ott 16, 2025 - 07:31
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Gaza, Trump alla 'Cnn': Se Hamas non rispetterà l’accordo, permetterò a Israele di riprendere le operazioni

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto che potrebbe prendere in considerazione la possibilità di autorizzare Israele a riprendere le operazioni militari nella Striscia di Gaza, se Hamas non rispetterà gli impegni presi nel quadro dell’accordo sulla tregua. Lo ha detto all’emittente “Cnn”, aggiungendo che le forze israeliane potrebbero tornare sul campo “con una mia parola”. Quello che sta succedendo con Hamas, ha sottolineato, sarà “risolto in fretta”. Il commento del presidente Usa è arrivato dopo che Israele ha accusato il movimento islamista palestinese di non avere consegnato in tempo i corpi degli ostaggi morti durante la prigionia a Gaza, il cui ritorno sarebbe dovuto avvenire entro 72 ore dall’accordo in base a quanto stabilito nel piano di pace di Trump. “Cnn”: Hamas ha invitato i residenti di Gaza a “consegnare i collaboratori di Israele o ad affrontare la giustizia” Le forze di sicurezza Radaa, affiliate al movimento islamista palestinese Hamas, hanno invitato i residenti di Gaza a “consegnare i collaboratori e i mercenari che lavorano con Israele, o ad affrontare la severa mano della giustizia”. Lo riferisce l’emittente statunitense “Cnn”, citando un comunicato delle Radaa in cui si afferma che è stata avviata “un’operazione di sicurezza completa” in tutta Gaza per colpire “coloro che sono coinvolti nella collaborazione con l’occupazione e i suoi mercenari, e chiunque li protegga”, con l’obiettivo di “purificare il fronte interno”. “Confermiamo che rimane aperta un’ultima opportunità per correggere la rotta e fornire qualsiasi informazione disponibile a coloro che desiderano tornare nell’abbraccio della patria. Dopo di ciò, non ci sarà scampo dalla severa mano della giustizia che raggiungerà ogni traditore e chiunque lo protegga”, hanno dichiarato le Radaa. Il comunicato arriva poco dopo che, sui canali affiliati ad Hamas sui un video che mostra un gruppo di combattenti mascherati, alcuni con fasce verdi del movimento, mentre uccidono otto persone bendate in una piazza di Gaza City. “Cnn” ha verificato che il video è stato girato nel quartiere di al Sabra, nella parte occidentale di Gaza City, ma non può confermare in modo indipendente quando sia avvenuto l’episodio. Il valico di Rafah riaprirà domani, uno dei corpi consegnati ieri da Hamas non corrisponde a nessuno degli ostaggi Il valico di Rafah al confine sud della Striscia di Gaza con l’Egitto verrà riaperto domani sotto la supervisione della Missione di assistenza alle frontiere dell’Unione europea. A riferirlo è il quotidiano “Times of Israel”, citando una fonte diplomatica a condizione di anonimato. A seguito del completamento degli esami presso l’istituto nazionale israeliano di medicina legale, il quarto corpo consegnato ieri da Hamas a Israele non corrisponde a nessuno degli ostaggi, hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) in una nota su Telegram, confermando le indiscrezioni sul fatto che uno dei quattro corpi restituiti ieri sera fosse di un gazawi. “Hamas è tenuto a compiere tutti gli sforzi necessari per restituire i resti degli ostaggi deceduti”, aggiungono le Idf. Gli altri tre corpi sono stati identificati come appartenenti a Uriel Baruch, Tamir Nimrodi ed Eitan Levy. Hamas avrebbe informato i mediatori della propria intenzione di trasferire altri quattro corpi di ostaggi deceduti a Israele nel corso della giornata di oggi. Lo hanno riferito un diplomatico mediorientale e da una seconda fonte a conoscenza del dossier al quotidiano “The Times of Israel”. Hamas è tenuta a consegnare complessivamente 28 salme. Dopo la consegna di quattro corpi martedì, il movimento ne detiene ancora 20. In precedenza, Hamas aveva evidenziato una serie di difficoltà a rintracciare i resti tra le macerie dopo due anni di guerra nella Striscia di Gaza. Il clan Al Majayda: “osteniamo Hamas nella gestione della sicurezza nella Striscia” Il clan Al Majayda, radicato nella città di Khan Yunis, nel settore meridionale della Striscia di Gaza, “dichiara il proprio sostegno al governo (Hamas) e alle sue forze nella gestione della sicurezza”. A riferirlo è lo stesso clan in una nota su Facebook, secondo cui “alla luce dei recenti e dolorosi avvenimenti, e partendo dal nostro senso di responsabilità nazionale e sociale, e dal nostro impegno a preservare il sangue dei nostri concittadini e a proteggere la pace civile, dichiariamo il nostro pieno sostegno al governo e alle sue forze in tutto ciò che contribuisce al mantenimento della sicurezza, al contrasto dei fuorilegge e alla fine del disordine”. La famiglia, “ribadisce che l’autorità della legge è una linea rossa che non può essere violata sotto alcun pretesto” e sottolinea “la necessità che le autorità di sicurezza competenti avviino immediatamente la raccolta delle armi detenute dalle famiglie, poiché la loro permanenza rappresenta un pericolo per la vita e la sicurezza delle persone”. Il clan del sud della Striscia lancia quindi un appello ai propri affiliati: “La famiglia invita i suoi membri a rispettare la legge e a evitare ogni forma di incitamento; chi mette a rischio la sicurezza o destabilizza la situazione non rappresenta la famiglia e sarà soggetto a misure tribali e sociali”. Advertisement Il 3 ottobre Hamas ha tentato di compiere un attacco contro il clan Al Majayda, una delle famiglie più numerose del Sud di Gaza, secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano “The Jerusalem Post”. Il gruppo islamista ha confermato che la campagna era diretta ad effettuare arresti di soggetti accusati di collaborare con Israele. Lo scambio di fuoco ha provocato la morte di circa 11 miliziani di Hamas, i cui corpi sono stati trascinati per le strade, secondo quanto riportato dall’emittente radiotelevisiva britannica “Bbc”. Sono stati uccisi anche almeno cinque membri della famiglia di Khan Yunis. I resoconti indicano che Hamas ha fatto irruzione nelle abitazioni dei civili usando ordigni esplosivi improvvisati e lanciarazzi durante le preghiere del mattino. Hussam al Astal, un leader del clan, ha dichiarato di credere che le Forze di difesa israeliane (Idf) abbiano aiutato la famiglia Al Majayda e abbiano colpito 22 miliziani di Hamas. Da parte loro, le Idf hanno riferito il 3 ottobre di “aver ucciso 20 terroristi di Hamas che avevano tentato di assaltare un’area umanitaria a Khan Yunis dove erano presenti civili di Gaza”. Gli aerei delle Idf “hanno quindi individuato e colpito diversi operatori dell’organizzazione terroristica che tentavano di usare bambini presenti nell’area umanitaria come scudi umani”, hanno aggiunto le Forze armate israeliane.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv