Giappone, Takaichi cerca voti aprendo a partito opposizione
Il Partito liberal-democratico (Ldp) al governo in Giappone e il Partito dell’Innovazione del Giappone (Nippon Ishin no Kai) hanno lanciato oggi un dialogo politico con l’obiettivo di aprire la strada a una cooperazione elettorale e, potenzialmente, alla formazione di un governo di coalizione. Lo hanno annunciato oggi le due formazioni, in un contesto politico scosso dalla rottura dell’alleanza ventiseienne tra Ldp e Komeito, secondo quanto riferisce Nikkei. Il leader di Ishin no kai, Hirofumi Yoshimura, ha dichiarato dopo un incontro con la presidente dell’Ldp, Sanae Takaichi, che il suo partito sarebbe disposto a votare per Takaichi come primo ministro “qualora venga raggiunto un accordo politico sui programmi tra le due parti”. L’eventuale coalizione Ldp-Ishin no kai disporrebbe di 231 seggi alla Camera bassa, appena due in meno della maggioranza assoluta (233), aumentando così significativamente le possibilità di Takaichi di diventare la prima donna a guidare il governo giapponese. Il dialogo tra le due formazioni riguarderà temi centrali come la riforma della sicurezza sociale, la regolamentazione dei finanziamenti politici e il progetto – sostenuto con forza dal Japan Innovation – di fare di Osaka la seconda capitale del Paese, accanto a Tokyo. La crisi politica giapponese è esplosa dopo la decisione del Komeito di interrompere l’alleanza con l’Ldp. Il primo ministro uscente Shigeru Ishiba ha annunciato le dimissioni il 7 settembre, mentre il governo ha comunicato che la sessione straordinaria della Dieta si aprirà il 21 ottobre. Non è però ancora stata fissata la data del voto parlamentare per l’elezione del nuovo premier. Nel frattempo, anche le forze di opposizione – il Partito costituzionale democratico (Cdp), il Partito democratico per il popolo (Dpfp) e lo stesso Ishin no kai – stanno discutendo una possibile alleanza. Il leader del Cdp, Yoshihiko Noda, ha affermato che “piuttosto che limitarsi a negoziare con l’Ldp su alcune politiche, sarebbe più efficace puntare a un vero cambiamento di governo”. Il leader del Dpfp, Yuichiro Tamaki, ha però mantenuto un atteggiamento prudente, osservando che “la coalizione a tre non sarebbe sufficiente per una maggioranza stabile” e che “permangono differenze su temi chiave come sicurezza nazionale ed energia nucleare”. Il voto per la scelta del nuovo primo ministro, inizialmente previsto per questa settimana, è quindi slittato a data da definirsi. Dopo l’elezione, il nuovo capo del governo dovrà formare il proprio gabinetto e riceverà la nomina formale da parte dell’imperatore, prima di affrontare un’agenda diplomatica fitta, che include il vertice Asean a Kuala Lumpur il 26 ottobre e la visita del presidente statunitense Donald Trump in Giappone.
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