Il 2023 sul fronte turismo è stato l’anno dei record per Roma
Il 2023 sul fronte turismo è stato l’anno dei record per Roma che ha raggiunto il massimo storico di presenze. A un mese dalla fine dell’anno, infatti, il bilancio parla di 35 milioni di turisti stimati, con un incremento del 9 per cento sul 2022, anno che aveva registrato 32 milioni di pernottamenti. Numeri che superano il periodo pre pandemia ma che ci parlano di visitatori che nell’86,4 per cento dei casi si fermano al centro storico della Capitale. E’ questo quanto emerso dalla ricerca “Turismo a Roma e nel Lazio: rilevanza economica e convivenza sociale”, promossa dal Consiglio regionale Unipol del Lazio, e presentata questa mattina nella sede della Camera di Commercio di Roma. Su scala nazionale il Lazio si posiziona al sesto posto in Italia con 36 milioni di pernottamenti nel 2022. Tra chi precede la Regione ci sono Emilia Romagna (38,1 milioni di presenze) e Toscana (42,8 milioni di visite). In vetta il Veneto con 65,9 milioni di turisti nel 2022. A fronte di un record di presenze, però, per quanto riguarda la concentrazione dei flussi nel Lazio è il territorio della Città metropolitana di Roma ad attirare di più, incassando l’89,5 per cento dei visitatori della Regione. Seguono le province di Latina (4,5 per cento); Viterbo (3,7 per cento); Frosinone (2,4 per cento) e Rieti (0,4 per cento). In particolare è nel centro storico della Capitale – nella zona compresa tra Colosseo, Fontana di Trevi, Pantheon e area Vaticana – che si concentra l’86,4 per cento dei turisti. Stiamo parlando di una superficie pari allo 0,3 per cento del territorio del Comune di Roma e al 18,9 per cento dell’area del Municipio I. E mentre la percentuale di chi visita Roma cresce, passando dal 90,1 per cento al 95,4 per cento nel periodo 2012-2019, il numero di chi si spinge fuori dalla Capitale scende: dal 9,9 al 4,4 per cento nello stesso periodo di tempo. Per migliorare il sistema turistico di Roma “è importante fornire servizi migliori per attrarre un turismo di qualità migliore, almeno medio spendente, che ha più voglia di fermarsi nella nostra città”, ha detto l’assessora al Commercio di Roma, Monica Lucarelli, nel corso della presentazione dell’indagine. “Infatti dovremmo quanto meno ragionare in termini di Città metropolitana – ha aggiunto -. Valorizzando le aree dai Castelli, o al nord della Capitale, dove ci sono esperienze da fare e dove potremmo ragionare sull’aumento del numero di notti”. Anche secondo il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, il turismo “è una grande risorsa per Roma ma dobbiamo assolutamente passare da un turismo verticale a un turismo orizzontale: aumentare tempo e dimensione che non può essere solo quella di parco divertimenti”. Numeri record a cui, però, “va dato un senso se si vuole parlare di sostenibilità turistica – ha aggiunto l’assessore capitolino al Turismo, Alessandro Onorato -. Per questo è importante regolamentare i pernottamenti con un senso logico a fronte delle 10 mila strutture abusive che ci sono oggi in città”. Sul fronte occupazione il comparto – tra commercio, alloggi e ristorazione – occupa un totale di 461 mila persone pari al il 19,2 per cento dei lavoratori totali della Regione (numeri al secondo trimestre del 2023). E rispetto ad altre regioni turistiche il Lazio registra una variazione di occupazione nel comparto del 4,8 per cento superiore alla media nazionale, con un incremento del 6,5 di dipendenti dal 2019 al 2023. “Un settore che da solo cuba il 70 per cento dell’attività economica ma che non è fonte di grandi riconoscimenti contrattuali con il 30 per cento degli occupati che ha un reddito di 6 mila euro annui – ha spiegato il segretario della Uil del Lazio, Alberto Civica -. Per questo migliorare le condizioni del turismo vuol dire migliorare le condizioni dei lavoratori”. D’accordo con Civica anche il suo omologo della Cgil, Natale Di Cola, che ha invitato i lavoratori del settore a scendere in piazza il prossimo 22 dicembre per combattere contro salari bassi, precarietà contrattuale e “lavoro nero, sommerso e grigio che nel turismo è uno dei più diffusi e difficili da recuperare”, ha sottolineato. “Un settore che sconta il senso di incompiutezza del mondo del lavoro ancor più di altri – ha concluso il segretario della Cisl del Lazio, Enrico Coppotelli -. Per questo il sindacato deve mettere tanta testa, cuore e lavoro per dialogare con le parti datoriali e migliorare le condizioni lavorative”.
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