Il 2024 sarà l’anno dell’Italia nello spazio
“Il 2024 sarà l’anno dell’Italia nello spazio e la prima riunione del G7 a marzo sarà sullo spazio”. L’annuncio del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sintetizza con efficacia il clima di fiducia con cui oggi è stata celebrata la giornata nazionale dello spazio. Clima di fiducia giustificato dalla salute del settore industriale che vanta una filiera completa – lanciatori, moduli abitativi e satelliti – che nel 2022 ha fatturato circa 2,5 miliardi di euro e dove gli investimenti pubblici nazionali al 2026 saranno circa 7,3 miliardi, tra contributi a Esa, Asi, fondi Pnrr e fondi europei. L’arrivo a breve di una legge sullo spazio è stato il focus del convegno “Industria e start up per lo spazio”, che si è svolto in mattinata all’aula dei gruppi parlamentari della Camera. Un passo necessario, visto “il crescente grado di concorrenzialità che impone alle imprese continui investimenti sull’innovazione”, ha sottolineato nel suo saluto Lorenzo Fontana, presidente della Camera. Fontana ha voluto ricordare l’importanza della nostra eccellenza industriale forte di un “attore internazionale come Leonardo e di un sistema di 200 piccole e medie imprese”. Un sistema industriale che si muove in un ambiente allo stesso tempo di competizione e collaborazione. Secondo Euroconsult, lo scorso anno il valore della space economy globale era di 469 miliardi di dollari. Una piccolissima percentuale del Pil mondiale che però ha un grandissimo valore strategico: l’infrastruttura spaziale è infatti il “sistema dei sistemi”, ossia un’infrastruttura che abilita altre infrastrutture dell’economia, come trasporto, comunicazioni, servizi all’industria e all’agricoltura, solo per citarne alcune. Insomma, “lo spazio è oggi il nostro campo da gioco”, come ha detto Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo. “Un campo che non ha confini – ha aggiunto Pontecorvo – e che sarà centrale nei nuovi equilibri strategici”. La collaborazione spaziale vede – e non da oggi – l’Italia nel gruppo di testa. Lo ha confermato all’inaugurazione della mostra Made in Italy dello Spazio” Teodoro Valente, nuovo presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi): “Negli incontri a Dubai per la Cop28 e nella missione in Giappone con il ministro Urso ho riscontrato che tutti vogliono collaborare con l’Italia”. Valente ha anche evidenziato come ormai il nostro Paese sia al secondo posto, insieme alla Francia e dopo la Germania, come contribuzione all’Agenzia spaziale europea. Una posizione di rilievo che si è riverberata nell’importante accordo tra Francia, Italia e Germania sui futuri assetti dei lanciatori spaziali europei di novembre alla riunione ministeriale dell’Esa di Siviglia. Un’intesa che ha rimesso al centro i lanciatori europei (francesi e italiani) in un settore strategico – poiché garantisce l’accesso allo spazio e l’operatività di tutta la filiera – dove le tre potenze spaziali europee hanno avuto non pochi scontri negli ultimi anni. Non a caso anche a livello europeo sarà varato un regolamento sullo spazio cui l’Italia darà quindi un contributo importante. “Nello spazio oggi ci vanno non solamente gli Stati ma sempre più i privati”, ha sottolineato il ministro Urso durante la celebrazione della giornata presso l’Agenzia spaziale italiana. “Se prima la legge spaziale era utile – ha concluso – oggi è necessaria”.
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