Il Dalai Lama compie 90 anni: Spero di viverne altri trenta o quaranta
Il Dalai Lama compie 90 anni. Il capo spirituale tibetano, che vive in esilio nell’Himalaya indiano, ha celebrato oggi la ricorrenza con una preghiera per la pace, mentre i monaci intonavano canti dalle colline di McLeod Ganj, la località dell’Himalaya indiano dove vive in esilio da quando fuggì dal Tibet durante l’invasione militare cinese del 1959. “Non sono che un semplice monaco buddista, di solito non partecipo a feste di compleanno”, ha detto in un messaggio ieri, auspicando di vivere “ancora trenta o quarant’anni”. In un’intervista a dicembre, il Dalai Lama aveva detto di sentirsi bene e di poter vivere fino a 110 anni. Mercoledì 2 luglio, il Dalai Lama ha annunciato che l’istituzione da lui incarnata proseguirà anche dopo la sua morte, confermando l’intenzione di designare un successore e rispondendo così alle richieste di buddisti e sostenitori in esilio e in Tibet. “Confermo che l’istituzione del Dalai Lama proseguirà”, ha affermato, specificando che la responsabilità di identificare la futura reincarnazione spetterà esclusivamente al Gaden Phodrang Trust, con sede in India. “Nessun altro ha l’autorità di interferire”, ha aggiunto. Il leader spirituale tibetano ha più volte affermato che la sua reincarnazione avverrà fuori dalla Cina e ha invitato i suoi seguaci a rifiutare qualsiasi figura indicata da Pechino. La Cina considera il Dalai Lama, in esilio dal 1959 dopo una fallita insurrezione in Tibet, un leader separatista, e sostiene di avere l’autorità per scegliere il suo successore. In seguito alle dichiarazioni di mercoledì, il governo dell’India ha precisato che “non prende posizione né si pronuncia su questioni relative a credenze e pratiche di fede e religione”; “ha sempre sostenuto la libertà di religione per tutti in India e continuerà a farlo”. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Randhir Jaiswal, in risposta ai resoconti della stampa “relativi alla dichiarazione di Sua Santità il Dalai Lama sulla continuazione dell’istituzione del Dalai Lama”. Pechino considera il Dalai Lama un leader separatista, mentre il leader tibetano si definisce “un semplice monaco buddista”. L’annuncio è destinato ad alimentare le tensioni con la Cina, che secondo molti tibetani in esilio potrebbe nominare un proprio successore per legittimare il controllo sul Tibet.
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