Il presidente tunisino Saied: 'Complotto sventato e migranti rimpatriati volontariamente'

Apr 8, 2025 - 06:52
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Il presidente tunisino Saied: 'Complotto sventato e migranti rimpatriati volontariamente'

Proseguono a Jebniana e Al Amra, nel governatorato di Sfax, le operazioni delle autorità tunisine per il rimpatrio volontario dei migranti subsahariani nei loro Paesi d’origine e lo sgombero dei campi di fortuna creati in precedenza. Le proprietà occupate illegalmente vengono restituite alla cittadinanza e ai loro legittimi proprietari. Sul tema è intervenuto oggi pomeriggio anche il presidente Kais Saied, rispondendo alle domande dei cronisti ad Hammamet, dove ha preso parte alla commemorazione del 25º anniversario della scomparsa dell’ex capo dello Stato Habib Bourguiba. “Negli ultimi giorni, e dopo un grande sforzo, le evacuazioni sono state condotte in un modo che non si è mai visto in nessun altro Paese al mondo. Sono intervenuti la protezione civile, la Mezzaluna Rossa tunisina, gli scout e la popolazione locale, senza che venisse sparato un solo colpo, nemmeno con granate lacrimogene”, ha dichiarato Saied. Il presidente ha sottolineato che le operazioni si sono svolte “in base alle nostre scelte, perché abbiamo rifiutato, rifiutiamo e continueremo a rifiutare che la Tunisia diventi un Paese di transito o di insediamento”. Secondo Saied, i migranti “sono stati salvati” dalle mani di “reti criminali che trafficano organi ed esseri umani”, specificando che i subsahariani “non sono semplicemente venuti in Tunisia, ma sono stati indirizzati qui” come parte di un piano ostile. “Abbiamo sventato i loro complotti come mai prima d’ora, affinché coloro che tramano contro lo Stato vedano cosa il popolo tunisino è stato capace di fare negli ultimi giorni”, ha affermato. Il presidente ha poi sottolineato che i migranti sono stati trattati secondo un “principio morale”, e che la Tunisia ha pagato un alto prezzo “non in base a leggi imposte da altri o a raccomandazioni di funzionari di alcune organizzazioni internazionali, ma secondo i propri principi, che danno priorità al valore della vita umana”. Saied ha descritto il rimpatrio volontario come “avvenuto in un modo completamente diverso da quanto si potesse immaginare”. “Il complotto è stato sventato e sono cadute ancora una volta le foglie di fico che coprivano la loro vergogna, frantumandosi senza fare rumore”, ha aggiunto. Rispondendo a una domanda di una giornalista della Radio nazionale, riguardo alla presunta espulsione di cittadini tunisini dall’Italia e alla diffusione di vecchi video attribuiti al 2017-2018, Saied ha affermato che “non è stato firmato alcun accordo in tal senso con l’Italia, se non nelle menti di questi malati”. Ha poi aggiunto: “Non esiste alcun documento. Chi ne parla sembra aver perso la memoria o la ragione, o pensa di poter ingannare i tunisini con le sue dichiarazioni”. Il presidente ha ricordato che gli unici accordi esistenti risalgono al periodo 2008-2011. “La Tunisia non sarà né un Paese di transito né un Paese di soggiorno. Benvenuti nel rispetto della legge”, ha dichiarato il presidente, ribadendo l’appartenenza del Paese all’Africa e ricordando che “molti africani hanno studiato nelle università tunisine” e che la Tunisia è stata tra i fondatori dell’Organizzazione dell’Unità Africana. Tuttavia, ha lamentato che “nonostante il cambio di nome in Unione Africana, il continente, pur ricco di risorse, non si è sviluppato”. “Ma noi tunisini siamo orgogliosi dei nostri fratelli africani. Non accetteremo che si trovino in questa situazione, né che la Tunisia debba pagare il prezzo di un sistema economico mondiale che li ha portati alla miseria”, ha dichiarato Saied, sottolineando che il trattamento riservato ai migranti “sarà una lezione per il mondo intero”. Infine, il presidente ha criticato “i nemici di ieri al palazzo del Bardo”, affermando che “la commedia al Bardo si è trasformata in una commedia a Cartagine, con gli stessi autori, registi e produttori: i tunisini sanno bene chi sono”. Saied ha sostenuto che “la commedia non è finita, ma le scene che stanno preparando non potranno continuare”. “C’è una profonda consapevolezza popolare che sventerà tutte le loro macchinazioni”, ha aggiunto. “Cercano in tutti i modi di creare crisi, ma non riusciranno a sottomettere lo Stato tunisino, né a superare il popolo tunisino che ha dimostrato una consapevolezza storica che ha stupito il mondo. Lo slogan ‘il popolo vuole’ non è un proiettile, ma un missile intercontinentale che ha attraversato tutti i continenti in lingua araba. Oggi il popolo vuole costruzione e sviluppo. È necessaria una purificazione dei servizi pubblici da chi cerca di vessare i cittadini”, ha detto ancora. “Ci sono giovani laureati, anche se privi di esperienza, che sono molto meglio di chi ha esperienza nella corruzione. Chi opprime i cittadini deve assumersi le proprie responsabilità e lasciare il posto. I giovani tunisini sono capaci di costruire, creare e contribuire in ogni ambito. Grazie a Dio, andremo avanti”, ha concluso Saied rivolgendosi ai giornalisti presenti.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv