In Etiopia torna a crescere la povertà
Il tasso di povertà in Etiopia dovrebbe raggiungere il 43% nel 2025, rispetto al 39% del 2021, secondo le previsioni pubblicate ieri dalla Banca mondiale (Bm) nel suo ultimo rapporto su povertà ed equità. L’istituzione prevede un peggioramento delle condizioni di vita nel Paese, dovuto alla persistenza dei conflitti interni, all’inflazione elevata e al rallentamento della crescita economica. “Dopo aver compiuto progressi significativi nella riduzione della povertà per oltre due decenni, l’Etiopia si trova oggi ad affrontare sfide interne ed esterne che hanno inciso sul tenore di vita della popolazione”, sottolinea la Banca mondiale. Tra i principali fattori aggravanti figurano la pandemia da Covid-19, il conflitto nel Tigray, le gravi siccità, la frenata della crescita e l’inflazione galoppante. Il rapporto evidenzia che l’inflazione ha colpito in modo particolare le famiglie urbane, mentre la maggior parte dei nuclei rurali – che rappresentano circa tre quarti della popolazione – non ha beneficiato dell’aumento dei prezzi agricoli a causa dell’accesso limitato ai mercati. Le politiche che ostacolano il funzionamento dei mercati fondiari e del lavoro hanno inoltre ridotto le opportunità non agricole, accentuando la dimensione rurale della povertà. Permangono forti disparità nell’accesso ai servizi pubblici: le famiglie più abbienti dispongono di tre o quattro volte più strutture sanitarie e connessioni elettriche rispetto a quelle più povere. I nuclei più vulnerabili, isolati dai mercati e dai servizi di base, subiscono in modo più acuto gli effetti dei cambiamenti climatici e delle carenze alimentari. Dalla metà del 2024 il governo etiope ha avviato una serie di riforme macroeconomiche – liberalizzazione del tasso di cambio, riforme fiscali e commerciali, adeguamento trimestrale delle tariffe elettriche e eliminazione dei sussidi sui carburanti – con l’obiettivo di stimolare la creazione di posti di lavoro nel settore privato, rafforzare la resilienza delle famiglie e aumentare la partecipazione dei piccoli agricoltori ai mercati. Per attenuarne gli effetti a breve termine, il governo ha aumentato le allocazioni dei programmi di protezione sociale, i salari del pubblico impiego e ha sovvenzionato i fertilizzanti, precisa la Bm. Lo scorso mese, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale hanno pubblicato una valutazione congiunta definendo insostenibile il debito estero dell’Etiopia, confermando che il Paese si trova già in una situazione di stress finanziario.
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