In Mali cresce la fiducia nel Paese, ma l’instabilità non scompare

Mag 17, 2025 - 04:45
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In Mali cresce la fiducia nel Paese, ma l’instabilità non scompare

Secondo il 16° rapporto Mali-Meter, pubblicato pochi giorni fa dalla Friedrich-Ebert-Stiftung (Fes, fondazione del Partito socialdemocratico tedesco per promuovere la democrazia e l’educazione politica), il 68,7% dei cittadini maliani ritiene che la situazione generale del Paese stia migliorando, nonostante marcate disparità regionali. Oltre due terzi dei cittadini maliani (68,7%) ritengono che la situazione generale nel loro Paese sia migliorata negli ultimi dodici mesi. Condotta su un campione rappresentativo di 2.220 persone distribuite nel distretto di Bamako e in dieci capoluoghi regionali, questa indagine offre una radiografia “fattuale, quantificata e aggiornata” — si legge nell’abstract del report — delle percezioni sociali, politiche ed economiche dei maliani. Le principali motivazioni indicate dagli intervistati per spiegare questo miglioramento sono la sicurezza (48,5%), il rafforzamento delle forze di sicurezza (12,6%) e la governance (15,2%). In alcune regioni, in particolare Kidal, Timbuktu e Kayes, il miglioramento della governance ha la priorità (fino al 42,9% a Timbuktu). A Kidal, il ritorno dell’amministrazione (20,4%) e dell’esercito (32,7%) simboleggia questa dinamica. Tuttavia, le disparità regionali sono marcate: mentre l’88,5% degli intervistati a Timbuktu ritiene che la situazione sia migliorata rispetto all’anno precedente, questa percentuale scende al 44% a Gao, dove il 27% delle persone ritiene che la situazione sia peggiorata. A Bamako il tasso di soddisfazione è relativamente basso (53,8%) e le preoccupazioni principali riguardano l’elevato costo della vita (34,8%) e le interruzioni di corrente (26,1%). Il 12,6% dei cittadini maliani intervistati ritiene che la situazione sia peggiorata: le cause più citate sono l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari (21,9%), il caro vita (19,7%) e l’aumento dell’insicurezza (15,7%). A Mopti, il 46,2% degli intervistati ha menzionato come primo fattore l’insicurezza, mentre a Kidal questa percentuale ha raggiunto il 70,4%. Il sostegno alla transizione è schiacciante: il 90,7% degli intervistati si dichiara soddisfatto dell’attuale gestione e l’82,2% approva la composizione del nuovo governo che sarà insediato nel novembre 2024. Il solo presidente della transizione Assimi Goïta ha il 72,1% di fiducia, ma la consapevolezza delle principali riforme resta bassa (73,6% di non consapevolezza) e i partiti politici faticano a convincere: il 75,2% dei maliani si dichiara insoddisfatto della politica nel Paese. Le priorità espresse dai cittadini sono chiare: lotta all’insicurezza alimentare (56,3%), alla disoccupazione giovanile (47,6%), all’insicurezza generale (38,4%) e ai blackout (34%). Le azioni più attese dello Stato sono la creazione di posti di lavoro (44,1%), il sostegno all’agricoltura (43,7%) e la lotta al terrorismo (25,7%). La cooperazione russo-maliana è molto popolare, con il 78,8% degli intervistati che confida che la Russia aiuterà il Mali a riconquistare la sua integrità territoriale. Per quanto riguarda l’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), il 92% dei maliani si dichiara soddisfatto della sua creazione e il 38,1% ritiene anche che il Mali non dovrebbe più intrattenere relazioni con la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas). Mentre l’87,5% dei cittadini ritiene che la situazione nazionale migliorerà nei prossimi sei mesi, il 60% considera improbabile che si terranno le elezioni previste quest’anno. L’83,6% dice di avere intenzione di votare e il 72,9% afferma di possedere già una carta biometrica, necessaria per il voto in Mali. La fiducia nel sistema giudiziario maliano ha raggiunto il 75,1%, in aumento di 27 punti rispetto al 2021. Tuttavia, quasi il 73% degli intervistati ritiene che il sistema giudiziario sia corrotto o costoso, e l’89,7% considera le sue procedure ancora inaccessibili.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv