Instabilità politica e transizione verde sono i principali problemi con cui si confronta lo shipping

Giu 15, 2025 - 06:00
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Instabilità politica e transizione verde sono i principali problemi con cui si confronta lo shipping

Se nel recente passato la pandemia di Covid-19 e la recessione globale sono stati i problemi dominanti tra i vari fattori di rischio con cui si confronta il settore del trasporto marittimo, ora la preoccupazione predominante è diventata l'instabilità politica degli ultimi anni assieme alla transazione verde in atto nell'industria. Lo evidenzia l'“ICS Maritime Barometer Report 2024-2025”, il rapporto annuale sullo stato di fiducia dell'industria dello shipping elaborato dall'associazione armatoriale International Chamber of Shipping (ICS) presieduta da Emanuele Grimaldi.
Il rapporto precisa che il fattore dell'instabilità politica è alla base di tutti gli altri principali fattori di rischio identificati dagli intervistati: oneri amministrativi, barriere commerciali e attacchi informatici, tutti strettamente legati ai governi e alla geopolitica. In particolare, gli attacchi informatici da parte di attori statali e non statali sono in crescita e un rapporto del 2025 del Government Accountability Office degli Stati Uniti avverte della necessità di azioni urgenti nel settore marittimo per affrontare le vulnerabilità della sicurezza informatica che lo espongono a tali minacce. La crescente dipendenza del settore dalle infrastrutture digitali e dall'intelligenza artificiale mantiene questo rischio in cima all'agenda.
L'analisi dei dati del sondaggio ICS Maritime Barometer, che è durato quattro anni, rivela un calo della fiducia dei leader del settore marittimo nella gestione dei rischi derivanti dall'instabilità politica, con le aziende del settore che hanno dovuto adattarsi a scenari operativi in rapida evoluzione e con equipaggi e navi che troppo spesso sono considerati danni collaterali di situazioni di conflitto. Il rapporto evidenzia, tuttavia, anche le opportunità presentate dalle stesse tensioni geopolitiche, con la guerra commerciale in corso tra USA e Cina che, ad esempio, da un lato aggiunge ulteriore incertezza ma apre anche nuove opportunità dato che gli scambi commerciali vengono deviati e si esplorano nuovi accordi tra le nazioni e l'UE per garantire una maggiore stabilità della supply chain. L'analisi osserva che la Cina sembra destinata ad incrementare i propri scambi commerciali con il Sud del mondo, mentre i Paesi latinoamericani stanno riscontrando maggiori opportunità di esportazione poiché i loro prodotti stanno diventando più attraenti per gli acquirenti statunitensi e globali.
L'analisi si sofferma poi sulla transizione verde dell'industria dello shipping specificando che le normative rimangono l'elemento più significativo tra le questioni chiave di questo percorso che incidono sulle attività commerciali. Il rapporto ricorda che gran parte di questo cambiamento è guidato dall'evoluzione delle normative dell'Unione Europea e dell'International Maritime Organization e rileva che i risultati della riunione dello scorso aprile del MEPC 83 dell'IMO, incluso il Net Zero Framework, potrebbero sostenere gli elevati livelli di fiducia del settore registrati nell'indagine di quest'anno per gestire l'impatto delle normative e delle misure basate sul mercato, se supportati da politiche pragmatiche facili da applicare e da attuare nella pratica.
L'analisi spiega che, data l'incertezza che circonda lo scenario politico globale e l'evoluzione della normativa sulla decarbonizzazione, i leader del settore marittimo sono decisamente più ottimisti nei confronti di opzioni di carburante navale collaudate e pongono poca fiducia, invece, in tutti i carburanti e in tutte le tecnologie alternative a zero o quasi zero emissioni che si prevede potrebbero costituire un'alternativa nel prossimo decennio. Al contrario - precisa il rapporto - gas naturale liquefatto, HFO con tecnologia di abbattimento e biocarburanti sono nettamente in testa nei risultati di quest'anno, con una maggioranza del 55% degli intervistati a favore del GNL. Se metanolo e ammoniaca rimangono le scelte chiave per il futuro dei carburanti navali, tuttavia, con l'emergere di realtà che ostacolano la disponibilità di carburanti alternativi e di infrastrutture per la loro fornitura, i leader del settore marittimo sembrano sentirsi più a loro agio nel pianificare le operazioni attorno a carburanti che presentano consolidate infrastrutture di distribuzione nonché operazioni di bunkeraggio e di sicurezza note e profili di costo più chiari.
Il rapporto sottolinea che il settore del trasporto marittimo rischia di mancare i suoi obiettivi di decarbonizzazione senza forti segnali economici e normativi ed un aumento dei finanziamenti pubblici, fattori che il sondaggio evidenzia attestarsi attualmente al minimo storico degli ultimi quattro anni e rappresentare uno dei principali elementi che gravano sulla fiducia degli operatori del settore. L'analisi osserva che sono necessari investimenti sia pubblici che privati per indirizzare le decisioni finali di investimento nel settore energetico e consentire un'adozione scalabile di carburanti e tecnologie a basse emissioni al ritmo necessario per una rapida transizione verde dello shipping. L'aspetto economico dei combustibili del futuro può altrimenti sembrare insormontabile per l'industria, con elevati costi iniziali di produzione, e quindi elevati costi del carburante, che possono essere ridotti solo con investimenti significativi e con l'implementazione di infrastrutture e tecnologie. Il rapporto spiega che spetta ai big player, compresi governi e banche, rafforzare la fiducia dei leader del settore marittimo e garantire che vi siano solide basi per una maggiore ambizione sul fronte della transizione energetica.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv