Investimenti da 12,4 miliardi nel Piano 2025-2029 di Snam, al centro Gnl e idrogeno
Nel Piano strategico 2025-2029 di Snam gli investimenti totali ammontano a 12,4 miliardi di euro, suddivisi in 10,9 miliardi di euro per il potenziamento delle infrastrutture di trasporto, stoccaggio e Gnl e 1,5 miliardi di euro per lo sviluppo dei business della transizione energetica. Tra il 2030 e il 2034, Snam prevede opportunità di investimento fino a 14,7 miliardi di euro, che si aggiungono ai 12,4 miliardi previsti nell’arco di Piano. Ciò porta gli investimenti totali previsti nell’orizzonte al 2034 a circa 27 miliardi di euro. Confermata la guidance 2024, per il 2025 l’utile netto adjusted è previsto a 1,35 miliardi di euro. La Rab tariffaria raggiungerebbe i 25,8 miliardi di euro.
L’Ebitda adjusted invece i 2,85 miliardi di euro anche per via dei contributi di Edison Stoccaggio e della Fsru di Ravenna. Snam prevede anche un miglioramento della dividend policy: confermato un dividendo 2024 di 0,2905 euro, in aumento del 3 per cento rispetto al 2023. Il dividendo è in aumento annuale del 4 per cento dal 2025 al 2029, con una payout ratio massima dell’80 per cento. Gli investimenti vertono sul completamento dei progetti sulla sicurezza e flessibilità del sistema energetico; sul mantenimento dell’affidabilità e della resilienza degli asset; sull’ampliamento del progetto Ccs e sulla costruzione della dorsale dell’idrogeno, a condizione che vi siano ritorni adeguati e quadri normativi favorevoli.
Nel 2024 la domanda globale di gas “è aumentata del 2,8 per cento” ha fatto sapere l’ad, e anche per il 2025 l’incremento previsto si aggira oltre il due per cento. Lo stoccaggio di gas nell’Unione Europea “è ancora relativamente pieno”, pari al 72 per cento alla fine del 2024 rispetto all’86 per cento dell’anno precedente, a causa dell’aumento della domanda invernale. Lo sviluppo della concorrenza asiatica e indubbiamente il blocco del gas russo metterebbero alla prova l’equilibrio del mercato del gas, oggi “piuttosto teso nel breve termine”. Guardando al 2030, la domanda globale “potrebbe crescere del due per cento in media all’anno” ha aggiunto l’ad. L’equilibrio del mercato del gas dipende dai progetti di liquefazione del Gnl, come questi “rispetteranno le scadenze” e se non andremo incontro a “ulteriori interruzioni”, ha affermato Venier.
Il livello di riempimento degli stoccaggi in Italia raggiunge oggi il 69 per cento rispetto a una media europea che si aggirerebbe sul 60 per cento. L’Italia, quindi, starebbe “leggermente meglio”, ma Venier ha evidenziato che lo è anche per un fatto intrinseco. L’Italia è l’unico Paese in Europa con una quota di stoccaggio strategico “costituito nel tempo, di un ammontare di circa 4,5 miliardi di metri cubi”. Inoltre, com’è noto, con l’inizio del 2025 è scaduto il contratto tra Russia e Bruxelles – in essere dal 2019 -, e il colosso energetico Gazprom ha chiuso i rubinetti dal primo gennaio. Ma con la Russia “alcuni flussi potrebbero essere ripristinati, ma non mi aspetto che siano significativi” ha osservato Venier. La pace tra Ucraina e Russia può essere “una possibilità, uno scenario”, ha affermato, questo però non implica “automaticamente” che “grandi volumi cominceranno a fluire”. E questo significa sarebbe possibile bilanciare meglio i flussi da Sud a Nord. Attualmente “abbiamo un flusso predominante da Sud a Nord. C’è un costo nel trasportare le molecole per più di duemila chilometri. Se avremo più gas proveniente da Nord, in qualche modo potremo avere un sistema che sarà molto più bilanciato e ottimizzato in termini di flussi” ha spiegato Venier.
Dal lato opposto, gli Stati Uniti rafforzano la volontà di esportazione di Gnl, un aspetto che secondo l’ad “va a vantaggio degli approvvigionamenti dell’Europa, perché più il mercato è liquido, più il prezzo diventa competitivo”. Gli Stati Uniti sono tra i maggiori esportatori a livello mondiale di gas liquefatto la capacità di esportazione”, quindi vedo questo “un’opportunità”. Il Gnl statunitense “sarà in competizione con l’Asia, perché gli Stati Uniti “non sono gli unici operatori”. Il Qatar è in forte sviluppo in termini di esportazione” ha continuato. Nonostante la linea geopolitica e economica del neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump, non si tornerà indietro sulle tematiche di transizione secondo l’ad, perché la consapevolezza di una decarbonizzazione necessaria “è condivisa da tutti”. Il tema centrale “è con quale passo e quali scelte” applicarla ha aggiunto. Sulla scia della sicurezza energetica si inserisce la nave di Piombino, che “opera da un anno e mezzo e ha dimostrato la sua strategicità in due modi: il primo, avendo venduto tutta la sua capacita’ per vent’anni” e il secondo modo è legato alla necessita’ di diversificare gli approvvigionamenti in Italia. La nave di Piombino “ha ricevuto piu’ di 50 carichi, di cui la meta’ sono arrivati dagli Stati Uniti” e il 90 per cento della sua capacità “è già stata comperata dagli operatori per i prossimi vent’anni”. Venier ha così ribadito l’utilita’ della nave “anche attesa dagli operatori”. Questo dimostra come quell’infrastruttura “serva e soprattutto non pesi sulle tasche degli italiani essendo pagate dagli operatori” ha sottolineato l’ad.
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