La Farnesina promuove il programma di tirocini presso le sedi diplomatiche all'estero
La Farnesina, con la Conferenza dei rettori delle università italiane, promuove il programma di tirocini presso le sedi diplomatiche, che dovrebbe essere esteso anche agli studenti italiani che hanno deciso di frequentare una università all’estero. Federica Onori, deputata 5 Stelle eletta in Europa, nella premessa, ricorda che “il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) organizza periodicamente delle sessioni di tirocini da svolgersi presso le ambasciate, consolati, delegazioni ed istituti di cultura italiani all'estero;” secondo quanto dice la Onori, il programma è organizzato dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane, che accetta la partecipazione al bando di selezione unicamente a studenti iscritti ad un percorso di laurea magistrale in un'università italiana, il tutto secondo quanto sancito dalla specifica convenzione dell'8 giugno 2017 tra Maeci, Miur e Fondazione Crui”. “La paradossale conseguenza – denuncia Onori – è che gli studenti italiani che decidano di intraprendere un percorso di studi all'estero restano privi della possibilità di partecipare ai descritti tirocini del Maeci; inoltre, stando alla menzionata convenzione, tali tirocini sono anche finalizzati alla partecipazione al concorso diplomatico, unico canale di accesso alla carriera diplomatica italiana”. “Un motivo ricorrente per cui i giovani intraprendono un percorso di studi all'estero – annota la parlamentare – è per frequentare università particolarmente prestigiose per taluni ambiti di studio, ad esempio quello delle relazioni internazionali; la circostanza che gli studenti italiani iscritti a percorsi di laurea all'estero siano esclusi a priori dai menzionati tirocini genera anche una perdita di fatto a livello di sistema-Paese. Infatti, da una parte un consistente numero di studenti italiani decide di studiare all'estero, dall'altra si verifica una sorta di indiretto incentivo in ragione del quale la quasi totalità dei futuri diplomatici italiani avrà studiato in Italia, senza precedenti e importanti esperienze all'estero”.
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