L’Africa si interroga sul futuro del settore sanitario dopo i tagli americani

Mentre l’Africa cerca di superare lo shock che i tagli a Usaid da parte dell’amministrazione Trump potrebbero causare nelle economie interne, in particolare nel settore sanitario, governi, partner e organizzazioni non governative africane si stanno incontrando in Ruanda per la Conferenza internazionale sull’agenda sanitaria per l’Africa (Ahaic), la più grande conferenza sulla salute e lo sviluppo in Africa, che si tiene ogni due anni. La Conferenza, convocata a Kigali da Amref health Africa, dal ministero della Salute del Ruanda, dall’Organizzazione mondiale della sanità per l’Africa (Oms Afro) e dall’Africa centre for disease control (Africa Cdc), si è aperta il 2 marzo e andrà avanti fino a tutta la giornata del 5 marzo: secondo un comunicato stampa diffuso dagli organizzatori, l’obiettivo primario è cercare “di riconsiderare i modi per raccogliere fondi per la risposta sanitaria nel continente”. Sebbene i leader dei vari enti sanitari africani abbiano espresso incertezza sulle condizioni dei sistemi sanitari dopo i tagli ai finanziamenti americani, durante una tavola rotonda organizzata nel primo giorno della conferenzasi sono anche dimostrati ottimisti sul fatto che i governi africani possano assorbire gli shock e lavorare insieme per proteggere i loro cittadini e le comunità locali da tutte le emergenze che i tagli a Usaid comporteranno. Il punto su cui sembrano tutti concordi è uno: nel 2025 comincia una nuova era, almeno per quanto riguarda il finanziamento dei sistemi sanitari africani, e visto il tenore della conferenza e i toni usati dai relatori, tutto lascia pensare che, in Africa, su tutto si ragiona tranne su un possibile ripensamento da parte dell’amministrazione Trump. Il direttore regionale ad interim dell’Oms per l’Africa, Chikwe Ihekweazu, durante un intervento domenica ha rassicurato sull’impegno dell’Organizzazione a collaborare con i governi africani “per colmare le lacune nei finanziamenti”, in particolare nei settori precedentemente supportati da Usaid e altri donatori statunitensi, ricordando loro lo scopo per cui l’Oms è stata fondata, ma ha sottolineato la necessità che i governi si uniscano e collaborino. Anche perché questo futuro è qui e ora. Claudia Shilumani, direttrice delle relazioni esterne e della gestione strategica presso l’Africa Cdc, ha invitato i leader del continente ad affermare “la propria sovranità sanitaria”, sottolineando che l’autosufficienza è fondamentale per garantire il futuro sanitario del continente e indicando il Ruanda come Paese leader nell’esplorazione di soluzioni di finanziamento sanitario interno.
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