Le spie del terzo millennio hanno un volto nuovo, è l’evoluzione della specie

Nov 15, 2025 - 00:54
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Le spie del terzo millennio hanno un volto nuovo, è l’evoluzione della specie

Le spie del terzo millennio hanno un volto nuovo, è l’evoluzione della specie. La guerra ibrida e invisibile di Russia e Iran contro l’Occidente si sviluppa attraverso i servizi segreti con sofisticate azioni di disinformazione via social network, tecnologia, infiltrazioni di agenti, condizionamento dell’opinione pubblica sfruttando le ali movimentiste della sinistra estrema. Un quadro perfetto per alimentare il clima di antisemitismo in funzione anti occidentale. Ecco come si saldano quindi le dinamiche perverse della Russia impegnata nell’aggressione dell’Ucraina e dell’Iran, il Grande satana (parafrasando al contrario il modo in cui Teheran chiama l’America) che sostiene l’asse del male: Hamas, Hezbollah e Houthi contro Israele. “Dietro l’antisemitismo ci sono notizie false e disinformazione – spiega Alberto Pagani, analista di intelligence e docente di storia del terrorismo – ci sono evidenze numerose e concordanti che dimostrano come i Servizi segreti di Mosca e Teheran stanno operando in tandem per diffondere il virus dell’antisemitismo allo scopo di produrre conflittualità e destabilizzare le democrazie liberali”. I servizi segreti iraniani, pur indeboliti dall’uccisione di alcuni vertici da parte di Israele, molto vicini ai “cugini” russi, sono diretti dalla Forza Quds per le operazioni militari e di intelligence all’estero. Esmail Qaani, è il burattinaio che coordina le operazioni e fornisce assistenza ai proxy dell’Iran. “Secondo l’intelligence israeliana – spiega il professor Pagani – c’è una ragnatela di terroristi transazionale gestita da uno dei comandanti di Forza Quds del Corpo delle Guardie rivoluzionarie, il generale Sardar Ammar, con 11mila agenti da impiegare all’estero”. Teheran, come la Russia, ha aggiornato il metodo di spionaggio: accanto alle operazioni coperte scatena campagne di massa sui social media per raggiungere migliaia di utenti. A ciò si aggiunge il reclutamento di palestinesi che vivono nella Ue, arabo israeliani o elementi vicini alla causa palestinese per fare disinformazione. “Tradizionalmente gli iraniani utilizzano infiltrati nelle università delle grandi città come Milano, Torino, Roma attraverso gli studenti, preferibilmente iscritti a ingegneria o in alternativa anche uomini d’affari”, svela Marco Mancini, analista di intelligence e già capo del controspionaggio italiano. Oggi la rete di spie iraniane è globale e non si limita al Medio Oriente. “Secondo il Mossad – dice Pagani – gli agenti di Teheran hanno compiuto incursioni vandaliche, incendi contro aziende e istituzioni Ue per tenere sotto pressione le comunità ebraiche”. Spesso vengono ingaggiate bande criminali come è successo in Australia (2024) con raid incendiari alla sinagoga di Melbourne e a un ristorante Kosher a Sydney. Incursioni simili sono andate in scena ad Atene. E gli alleati non ufficiali sono i russi. “Il Cremlino ha una rete molto attiva in Europa – spiega ancora Mancini – e durante il periodo elettorale in Moldavia, per esempio, ha investito milioni per influenzare il voto con una rete di troll e di hacker che fanno capo a organizzazioni criminali. Chi gestisce questi nuclei sono Svr, il servizio estero dell’intelligence e il Gru, agenzia militare. Ma il Cremlino non rinuncia alle classiche operazioni di reclutamento come è accaduto in Italia con l’ufficiale della marina militare Walter Biot, condannato a 20 anni per aver passato ai russi documenti Nato. È logico pensare che anche in Italia gli uomini di Putin, oltre ad agire con nuclei di hacker per incursioni informatiche, tengano attive cellule clandestine soprattutto a Roma con decine di agenti”. La memoria corre all’evasione (2023) dell’oligarca russo Artem Uss da Basiglio (Milano) dove era ai domiciliari, arrestato su mandato Usa per traffico di tecnologie militari. “Per un’operazione del genere – racconta Mancini – servono una rete di uomini, telefoni, mezzi, molto denaro e agenti sul posto. L’Italia deve rinforzarsi sul controspionaggio offensivo che in passato ha dato ottimi risultati”.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv