Liste di attesa, Vaia, per batterle più responsabilità ai medici di famiglia

La strada maestra per combattere ed eliminare le liste di attesa è dare più responsabilità ai medici di famiglia. Va in controtendenza rispetto alla narrazione prevalente che invece punta a mortificare una intera categoria vagheggiando obblighi e dipendenza lo ha dichiarato il professor Francesco Vaia dirigente di lungo corso della sanita regionale e nazionale e regista del la risposta alla pandemia Covid dalla tolda dello Spallanzani dove in quel periodo era Direttore generale, e oggi all’Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone disabili nel “Proprio l’esperienza del Covid ha dimostrato l’importanza del ruolo dei medici di medicina generale, che sono stati in prima fila nel contrasto alla pandemia dimostrando sul campo il fondamentale ruolo della collaborazione ospedale territorio concretizzato nel progetto delle Uscar. Una modalità di lavoro avanzata che ha funzionato bene e che le Regioni invece hanno scelto di smantellare senza alcuna riflessione”. – ha detto nel corso del suo intervento al convegno della Fimmg di Roma e del Lazio in corso al TH Palace Hotel Villa Carpegna – “se quella soluzione non fosse stata valorizzata – sottolinea – oggi con minore spesa e tempi rapidi già sarebbe attiva una nuova rete territoriale moderna, al passo coi tempi, con il mutamento dei bisogni assistenziali di una popolazione sempre più anziana e con malattie croniche diffuse. La dipendenza di cui si parla non risolve nulla , aumenta la spesa del sistema ma non garantisce alcun passo avanti”. ha concluso Vaia. Le parole del professore Vaia confermano in modo autorevole quanto andiamo dicendo da mesi. Per risolvere le criticità del sistema sanitario del Lazio, come liste di attesa e carenza di medici, ld ricette sono sul tavolo basta seguire le norme : pubblicare la delibera delle zone a carenti a Roma; definire il contratto integrativo per varare un’organizzazione capace di abbattere le liste di attesa; sbloccare i venti milioni circa di fondi statali destinare a dotare gli studi medici o le loro aggregazioni funzionali di strumenti ambulatoriali quali: sfigmomanometro, spirometria, ecg, ecografo (TSO, aorta, vasi arti inferiori), analizzatore rapido (di glucosio, glicata, colesterolo, trigliceridi creatinina, dermatoscopio, holter. Si può fare subito senza perdere altro tempo in battaglie ideologiche senza sbocco che producono incertezza di prospettiva nei giovani medici uno spreco di ingenti risorse pubbliche. La medicina generale va potenziata non terremotata se si vuole salvare la sanità pubblica.
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