Marina militare: all’Arsenale di Venezia i futuri comandanti si addestrano a gestire le crisi mediatiche

Ago 8, 2025 - 00:52
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Marina militare: all’Arsenale di Venezia i futuri comandanti si addestrano a gestire le crisi mediatiche

Si è concluso all’Istituto di studi militari marittimi (Ismm) di Venezia il workshop intensivo di due giorni sulla comunicazione di crisi e le interviste operative, parte integrante del Master di II livello in Studi strategici e sicurezza internazionale della Marina militare, realizzato in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari. Un format unico nel panorama delle Forze armate italiane: lezioni frontali, simulazioni, esercizi pratici e interviste reali in ambienti operativi – compresa una sessione “esterna” in stile Le Iene, con telecamere e microfoni puntati sugli allievi. A guidare le esercitazioni Gianandrea Gaiani (Analisi Difesa), Emanuele Rossi (Formiche), Alessandro Scipione (Agenzia Nova) e Chiara Boletti (Agence France Presse), in un confronto diretto tra giornalismo e comunicazione militare. I partecipanti – 31 ufficiali italiani e 4 stranieri provenienti da Tunisia, Gibuti e Somalia – hanno sperimentato la gestione di interviste in contesti di tensione, conferenze stampa simulate e redazione di comunicati in situazioni di crisi mediatica. Le esercitazioni si sono svolte negli spazi storici dell’Arsenale, dove sono stati ricreati i principali format d’intervista: dalla conferenza istituzionale all’assalto televisivo in esterna. Ogni gruppo ha alternato i ruoli di intervistatore e intervistato, imparando a misurare tempi, tono e linguaggio sotto la pressione delle domande e delle telecamere. “Viviamo in un tempo in cui i conflitti non si combattono solo sul mare o nei cieli, ma anche nelle parole e nelle percezioni”, ha spiegato il capitano di fregata Luca Pegoraro, coadiutore dell’Istituto e ideatore del laboratorio con la collaborazione della giornalista Antonella De Biasi. “Nell’epoca dell’intelligenza artificiale generativa, delle fake news costruite per destabilizzare e delle crisi narrative che nascono da un post o da un’immagine manipolata, saper comunicare non è più una possibilità: è un dovere professionale”. Pegoraro ha ricordato che il giornalista “non è un nemico, ma un’opportunità per condividere chi siamo. La Marina militare non è un’entità astratta: siamo noi, uomini e donne in uniforme, con la nostra responsabilità e i nostri valori. Ogni parola detta o non detta può rappresentare la Forza Armata, ed è nostro compito farlo con lucidità, rispetto e senso dello Stato”. Questa consapevolezza si inserisce in una visione più ampia: la capacità di comunicare in maniera efficace rappresenta oggi una funzione strategica dello strumento militare, contribuendo direttamente alla sicurezza nazionale e alla resilienza della società. La comunicazione, infatti, è parte integrante della Difesa: strumento operativo che consente di proteggere, spiegare, includere. Advertisement Tra i partecipanti internazionali anche il tenente di vascello Gueldon Assandoale, ufficiale della Guardia costiera di Gibuti, Paese strategico del Corno d’Africa affacciato sullo stretto di Bab el-Mandeb. “È un’esperienza molto interessante e molto professionale”, ha dichiarato. “Non è la prima volta che vengo in Italia: ho studiato all’Accademia Navale per cinque anni, ma questo corso è qualcosa di nuovo e molto utile per il mio lavoro. Spesso affrontiamo situazioni operative in mare che richiedono interviste dopo gli interventi: imparare a gestirle è fondamentale”. Assandoale ha aggiunto: “L’ambiente marittimo ci accomuna tutti, indipendentemente dal Paese. Le operazioni sono le stesse: noi non entriamo nel lato politico, restiamo su quello operativo. È importante però far capire quanto il nostro lavoro serva a salvare vite umane in mare”. Un messaggio pienamente in linea con l’identità comunicativa della Marina militare, che promuove una narrazione fondata su missione, competenza, rispetto ed equipaggio. Comunicare la verità operativa, senza retorica e con autorevolezza, è oggi una responsabilità collettiva, affidata quindi a ogni singolo marinaio. Durante le due giornate, gli ufficiali hanno affrontato dieci scenari realistici, dai casi disciplinari alle emergenze umanitarie, fino alla gestione di crisi reputazionali. Due esercitazioni finali hanno testato la gestione della pressione mediatica: “Manifestazioni pro-pal”, sulla risposta a campagne di disinformazione e accuse geopolitiche; “La nuotatrice offesa”, dedicata alla tutela dell’immagine femminile e alla gestione dei commenti sessisti online. L’obiettivo non è tanto “rispondere bene”, quanto comprendere che il linguaggio è uno strumento operativo, un moltiplicatore di efficacia della presenza militare. In un’epoca in cui la verità è spesso sostituita dalla post-verità e la percezione conta più del fatto, anche gli uomini e le donne in uniforme devono saper navigare tra le correnti della comunicazione. Saper parlare, con misura e competenza, è parte della Difesa. Perché oggi, accanto al rischio di essere travisati, c’è anche quello di non saper rispondere. E in un mondo dove le immagini possono essere manipolate, il silenzio rischia di essere interpretato come una prova di colpevolezza. Come ricordava Nanni Moretti in Palombella Rossa: “Le parole sono importanti”. Oggi, per chi serve in uniforme, lo sono ancora di più.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv