Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano volevano uccidere Maurizio Costanzo

Dic 24, 2023 - 08:21
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Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano volevano uccidere Maurizio Costanzo

Era l’inverno 1992 e Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano si trovavano in “missione” a Roma per conto di Totò Riina. Il 13 maggio 1993 un’autobomba esplose in via Fauro a Roma, Costanzo e Maria De Filippi uscirono miracolosamente illesi dall’attentato. Le foto inedite, come anticipato oggi da ‘La Repubblica’ fanno parte dell’inchiesta, coordinata dai procuratori aggiunti di Firenze Luca Turco e Luca Tescaroli e dal pm Lorenzo Gestri, sulle stragi al Nord in cui è indagato l’ex senatore Marcello Dell’Utri, e lo era anche Silvio Berlusconi. In queste foto inedite – scrive – sembrano spettatori comuni che si godono lo spettacolo. E nessuno in platea, né tantomeno gli ospiti sul palco, può immaginare che fra il pubblico, a osservarli, ci siano i protagonisti della stagione di terrore che metterà a ferro e fuoco il Paese e le istituzioni”. Le immagini sono state individuate dagli investigatori che hanno esaminato tutte le puntate dello show dal 1991 al 1993, scoprendo Graviano e Messina Denaro in due serate: il 13 novembre e il 30 dicembre 1992. I filmati sono stati poi mostrati a diversi collaboratori di giustizia che avrebbero riconosciuto i due boss, in particolare Graviano. Lo spunto investigativo è stato dato dallo stesso Graviano: intercettato in carcere ha rivelato a un detenuto di essere stato nel 1992 a Roma con ”u siccu”, anche nel teatro in cui si registrava il Costanzo Show. Il 14 maggio 1993 un’autobomba esplose in via Fauro a Roma: Maurizio Costanzo e Maria De Filippi uscirono illesi dall’attentato. Il giornalista e conduttore, deceduto lo scorso febbraio, era una vittima designata da Cosa Nostra fin dal 1992, quando, con Michele Santoro, conduceva programmi durissimi nei confronti della criminalità organizzata. Morto Messina Denaro lo scorso settembre, che anche dopo l’arresto lo scorso gennaio ha sempre negato di conoscere l’altro boss, ora è rimasto solo Graviano a conservare i segreti di Cosa nostra e di quella stagione.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv