Per i morti alla Mecca a finire nei guai ora sono i tour operator

Giu 24, 2024 - 07:09
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Per i morti alla Mecca a finire nei guai ora sono i tour operator

“Sono 33 anni vengo alla Mecca e non ho mai visto un caldo così. Ogni 20-30 metri c’era qualcuno per terra, immerso nel sudore, che lottava per poter respirare” – racconta uno dei pellegrini, che riferisce dei 52 gradi toccati dai termometri e di come non bastassero i nebulizzatori d’acqua, i ventilatori o le fontanelle. Quest’anno alla Mecca sono arrivati quasi due milioni di fedeli e per il caldo ne sono morti 1.100, per lo più gli egiziani, 658 ufficialmente, anche se il numero reale è probabilmente più alto. Una stranezza che finalmente oggi ha avuto una spiegazione chiara, quando si è saputo che le autorità del Cairo hanno denunciato 16 agenzie di viaggio, le quali per abbassare i prezzi, offrivano ai pellegrini il solo trasferimento in Arabia Saudita, senza assistenza o alloggio, ma soprattutto senza fornire il visto ufficiale, che garantisce l’assistenza sanitaria e l’accesso ai luoghi di ristoro. In pratica le agenzie scaricavano i pellegrini nel deserto fuori dalla Mecca con l’unica indicazione di cavarsela da soli. Ed ecco il motivo della strage di tanti egiziani, anche se si calcola che sono stati 400.000 quest’anno i fedeli arrivati senza visto, e che in pratica si sono imbucati a loro rischio e pericolo. Ogni pellegrinaggio in realtà lascia molti morti sul terreno, per lo più per via di resse micidiali , ma anche per il caldo sempre più asfissiante, visto che il dissesto climatico non risparmia i luoghi santi e le temperature medie estive negli ultimi 40 anni in Arabia Saudita sono cresciute di 2 gradi e mezzo, più che in qualsiasi altro posto dell’emisfero settentrionale.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv