Rinviato a giudizio l'uomo che uccise l'orsa Amarena

Sep 29, 2025 - 06:16
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Rinviato a giudizio l'uomo che uccise l'orsa Amarena

Due anni fa, nella notte del 31 agosto, a San Benedetto dei Marsi, sparò con il suo fucile all'orsa Amarena che si stava spostando con i cuccioli: ora, con l'accusa di uccisione di animale aggravata dalla crudeltà, il 58enne Andrea Leombruni è stato rinviato a giudizio. L'udienza dibattimentale, nel Tribunale di Avezzano, è stata fissata al 19 gennaio 2026, dopo una fase preliminare segnata da numerosi rinvii. Alla decisione erano presenti molti dei rappresentanti delle 48 parti civili. Tra queste, il Comune di Villalago, paese dove l'orsa era solita uscire allo scoperto passeggiando in mezzo alle case, e diverse associazioni ambientaliste, che hanno espresso soddisfazione per l'avvio dell'iter processuale. "Amarena non era soltanto un animale: rappresentava un patrimonio di biodiversità e il simbolo della convivenza possibile tra fauna selvatica e comunità locali" dichiara l'Enpa. Le associazioni costituitesi parte civile sottolineano, però, la necessità di un riesame del peso dei capi d'accusa, ritenuti sinora troppo lievi rispetto alla gravità del gesto, definito un unicum nella storia del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Subito dopo il fatto il direttore del Parco, Luciano Sammarone, aveva dichiarato: "Non era mai stata uccisa una mamma orsa con i suoi cuccioli nella storia del Parco". "Con l'uccisione di Amarena si è prodotto un danno all'intero ecosistema degli Appennini centrali: occorre applicare le più severe norme introdotte nel codice penale in recepimento della Direttiva UE sulla tutela penale dell'ambiente" sostiene l'associazione Appennino Ecosistema. Amarena era una femmina con cucciolate da record, diventata simbolo della conservazione dell'orso bruno marsicano di cui oggi si contano circa 50 esemplari. Nota per la sua eccezionale fertilità - aveva dato alla luce fino a quattro cuccioli in una sola cucciolata - Amarena fu colpita a morte mentre si trovava vicino ai suoi due piccoli non ancora autosufficienti, che si allontanarono nel buio subito dopo la sua uccisione. L'autore del reato fu subito identificato. La perizia balistica sul fucile, disposta dalla Procura, aveva confermato che Leombruni aveva sparato per uccidere, non per errore o per spaventare l'animale.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv