Sanremo 2025, Jovanotti: 'Per me il Festival è un pezzo di vita'

Jan 28, 2025 - 04:19
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Sanremo 2025, Jovanotti: 'Per me il Festival è un pezzo di vita'

La partecipazione a Sanremo 2025 di Lorenzo Jovanotti riempie di gioia l’artista che è intervenuto ospite a ‘Non è un Paese per Giovani’ . “Per me Sanremo è un pezzo di vita e formazione, come di tanti e penso che sia un po’ la festa della musica popolare italiana e vorrei festeggiare la musica attraverso il mio punto di vista, il mio pov. E penso verrà una bella cosa, molto impegnativa perché stiamo mettendo su un circo che ve lo raccomando, però siamo a Sanremo, bisogna fare una figata!”. Lo ha detto Lorenzo Jovanotti a ‘Non è un Paese per Giovani’ su Rai Radio2. “Sono cresciuto con Sanremo da telespettatore, ho ricordi da bambino in bianco e nero in cui facevo le pagelle e davo i voti alle canzoni – ha aggiunto – Con mamma spesso discutevamo, a lei piaceva Riccardo Fogli e a me Rettore“. A proposito del suo prossimo tour, PalaJova2025, l’artista ha confessato: “Ricominciare è stato commovente, emozionante, qualche lacrimuccia l’ho anche versata il giorno in cui siamo ripartiti a suonare in 15 sul palco. Ho sentito una grande emozione, perché ho detto ‘sono di nuovo qua, non era mica scontato’, un bellissimo regalo della vita”. “Il mio nuovo concerto è una mega chiccona di 2 ore e mezza, una festa con una hit dopo l’altra, pezzi che ci hanno accompagnato negli anni suonati con una grande band. L’idea è di divertirmi e divertire, di solito le cose coincidono”, ha proseguito, “È un concerto per i miei, per quelli che hanno fatto un pezzo di strada con me”. Jovanotti ha poi rivelato un aneddoto relativo al brano ‘Celentano’ contenuto nel suo nuovo disco ‘Il corpo umano vol.1’: “È un pezzo rap, il racconto di una storia vera. Ero in bici lungo il Caucaso e sono stato ospite di una band di gangster che mi hanno affiancato incuriositi e mi hanno invitato a cena. Una cena pazza, loro parlavano solo armeno e il dialogo era ‘Totti, Juventus, Pavarotti’… ‘Celentano’ ricorreva, perché erano tutti, come me, pazzi di Adriano. La morale della favola è che essere italiani ha dei vantaggi, abbiamo parole che tutti conoscono. Ed è anche un omaggio ad Adriano”. E a proposito di viaggi intorno al mondo ha aggiunto ridendo: “In Cile sono qualcuno, anche se sono percepito come una vecchia gloria. Sono andato a fare un concerto qualche anno fa e mi ha stupito un giornalista che mi ha chiesto ‘ma che hai fatto negli ultimi 30 anni?’. Io lì ero famoso per ‘Serenata rap’ e ‘L’ombelico del mondo’, poi sono scomparso dal radar dei cileni – conclude – Volevo inventarmi che ero andato a pesca, ma poi ho detto che ho continuato a fare questo lavoro con una discreta soddisfazione”.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv