Scuola: parte a rilento la stagione delle occupazioni a Roma, picco atteso dal 15 novembre
È iniziata a rilento la stagione delle occupazioni scolastiche che tipicamente caratterizzano l’autunno a Roma, in vista della la manifestazione che si terrà il 15 novembre in occasione della giornata internazionale degli studenti. Dopo la vicenda del liceo Teresa Gullace con gli studenti che hanno occupato la scuola per pochi giorni, in protesta con la riorganizzazione delle lezioni a causa dei cantieri, la prima occupazione di stampo politico è partita dal liceo classico Pilo Albertelli, nel quartiere Esquilino, dove tuttavia gli studenti hanno trovato un accordo con la dirigenza scolastica. “Ci siamo incontrati e abbiamo concertato con gli studenti la possibilità di dare forma e consistenza a quello che chiedono, attraverso un momento di occupazione, che però sia limitato”, ha spiegato la dirigente del liceo Albertelli, Rosa Palmiero, interpellata da “Agenzia Nova”. Questa mattina, alcuni studenti guidati dal collettivo Metamorfosi sono entrati dentro l’edificio e hanno appeso a una delle finestre uno striscione che recita “Pilo occupato” con accanto una bandiera palestinese. Secondo quanto riferito da alcuni alunni, questa mattina nell’istituto c’erano circa 150 studenti raccolti in assemblea. “Il Pilo Albertelli ha sempre avuto questo ruolo di iniziatore, quest’anno abbiamo ulteriormente anticipato perché devono essere fatti dei lavori dentro la scuola – ha raccontato la rappresentante d’istituto, Anita -. Quella di oggi sarà una giornata di confronto su che piega debba prendere l’occupazione e per valutare la proposta che ci ha fatto la preside”. In mattinata infatti c’è stato un incontro tra studenti e dirigenza della scuola. “In cambio dell’occupazione limitata nel tempo, avvieremo un momento più lungo di autogestione – ha aggiunto la preside Palmiero – dove ci sarà una parte di didattica tradizionale e una parte in cui gli studenti faranno proposte sui temi da trattare in classe: i docenti faranno da facilitatori. Le istanze degli studenti a nostro avviso sono giuste, sarebbe ipocrita da parte nostra, mettere la testa sotto la sabbia. Sta anche a noi, però, cercare di canalizzare e indirizzare le richieste dei giovani”. La maggior parte dei collettivi studenteschi della Capitale, che normalmente animano l’autunno caldo nelle scuole e università, invece sono in attesa di quello che hanno chiamato “No Meloni Day”. Al momento, a quanto filtra dalle organizzazioni studentesche, non è escluso che altri istituti possano seguire la via dell’Albertelli, tuttavia il grosso delle proteste è atteso dopo la piazza del 15 novembre. Anche perché sul fronte universitario, a La Sapienza, l’attenzione degli studenti al momento è concentrata sulle elezioni per le rappresentanze negli organi centrali e nelle assemblee di facoltà, che si terranno dal 19 al 22 novembre. All’interno della città universitaria, infatti, all’ingresso dei vari dipartimenti, sono numerosi i cartelli, banchetti e volantini delle varie liste candidate. “Ci sono tante persone in corsa, e ci sono manifesti sparsi un po’ ovunque – ha spiegato Sabrina, studentessa di Giurisprudenza -. C’è un sacco di corsa, hanno fame di ricercare voti, ma devo dire che c’è meno aggressività rispetto agli anni scorsi”. “Al momento sembra che la situazione sia più tranquilla rispetto ai mesi scorsi, il clima qui è influenzato molto da quello che succede a livello globale, per cui si vedrà nelle prossime settimane”, hanno sostenuto Andrea e Simone, studenti di Biologia. Secondo Claudia e Chiara, studentesse di giurisprudenza, “in università però c’è un clima abbastanza sereno, a differenza dello scorso anno, quando le proteste erano all’ordine del giorno”.
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