Thailandia: dopo il ritiro dal governo, il Bhumjaithai presenta una mozione di sfiducia contro la premier Paetongtarn
Il partito conservatore thailandese Bhumjaithai ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione di sfiducia contro la prima ministra Paetongtarn Shinawatra e il suo governo. La decisione, che segna un ulteriore aggravamento della crisi politica in corso, giunge a meno di una settimana dal ritiro del partito dalla coalizione al potere. La mozione, riferiscono i media locali, sarà depositata il 3 luglio prossimo, giorno di riapertura del Parlamento, e rappresenterà il primo test parlamentare per la 38enne premier, figlia dell’ex capo di governo Thaksin Shinawatra. Paetongtarn è sotto pressione per la gestione del deterioramento dei rapporti con la Cambogia, culminato in scontri alla frontiera, proteste di piazza annunciate per il 28 giugno e un’indagine a suo carico da parte della Corte costituzionale e dell’autorità nazionale anti-corruzione. Secondo il portavoce di Bhumjaithai, Boontida Somchai, il partito – che dispone di 69 seggi – cercherà l’appoggio di almeno altri 30 deputati per procedere formalmente con l’iniziativa. Il segretario generale del partito Pheu Thai e ministro del Turismo, Sorawong Thienthong, ha minimizzato il rischio, sostenendo che l’esecutivo gode ancora del sostegno della maggioranza parlamentare. La tensione con la Cambogia è cresciuta dopo la diffusione di una conversazione telefonica tra Paetongtarn e l’ex premier cambogiano Hun Sen, nella quale la leader thailandese si scusava con l’interlocutore, chiamandolo “zio”, e criticava un alto comandante dell’esercito thailandese, il generale Boonsin Phadklang, gesto considerato oltraggioso da molti, in un Paese dove le forze armate godono di grande influenza. Dopo l’incidente, l’esercito thailandese ha chiuso numerosi valichi di frontiera con la Cambogia, limitando gli attraversamenti per motivi umanitari, medici o scolastici. Inoltre, Bangkok ha annunciato la sospensione delle forniture di elettricità e connettività internet alle aree cambogiane sospettate di ospitare centri di truffe telematiche, un fenomeno più volte denunciato dalla stessa premier. Phnom Penh ha respinto le accuse. La situazione si inserisce in un contesto economico fragile. Il governo ha appena approvato progetti infrastrutturali per 3,5 miliardi di dollari (circa 3,28 miliardi di euro), nella speranza di rilanciare la crescita. Paetongtarn ha anche escluso voci secondo cui potrebbe assumere il ministero della Difesa, posizione particolarmente sensibile in questo momento di crisi con il vicino cambogiano.
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