Vendemmia al via in Liguria ma con l'incognita dei dazi
Alcune aziende hanno già iniziato, altre si preparano a raccogliere i primi grappoli nei prossimi giorni: così prende il via la vendemmia 2025 in Riviera. Un momento fondamentale per il territorio, che segna l’inizio di una stagione intensa per i viticoltori locali e per le cantine della zona, sempre attente a garantire qualità e caratteristiche ottimali delle uve. La raccolta non segue regole uniche: ogni azienda ha i propri tempi, i propri vitigni e il proprio metodo di lavoro. C’è chi sceglie di anticipare la raccolta per preservare freschezza e acidità, chi invece aspetta qualche giorno in più per valorizzare la maturazione delle uve. In questo contesto, la varietà di approcci e tradizioni mette in luce la ricchezza di tutto il territorio rivierasco, dove ogni cantina racconta una storia diversa e contribuisce all’identità del territorio legata al vino. Tra i viticoltori c’è cauto ottimismo: «La quantità è discreta e le condizioni climatiche hanno favorito in particolare le uve a bacca bianca, con potenziale aromatico molto importante. È un’annata che permette di produrre vini a basso tenore alcolico, oggi molto richiesti dal mercato». Il clima quasi perfetto, con piogge e temperature ben distribuite, promettono una buona qualità. In alcuni vigneti l’annata è partita con qualche difficoltà in più ad esempio per la presenza di malattie fungine come la peronospora che hanno messo a dura prova la difesa fitosanitaria. Ma nonostante tutto nelle ultime settimane il prodotto ha beneficiato del caldo, promettendo ottimi risultati. Dopo stagioni di calo produttivo, dunque, questa sarà sicuramente più generosa in termini di quantità. Oltre a delineare le prospettive positive sull’annata, diversi produttori hanno sottolineato una problematica che ormai accompagna molte vendemmie, ovvero la difficoltà a trovare lavoratori volontari. Se un tempo la vendemmia era una festa, dove ci si incontrava con parenti e amici per lavorare tutti insieme, oggi la raccolta richiede sempre più spesso il supporto di cooperative esterne per coprire l’assenza di lavoratori stagionali. Al di là degli aspetti tecnici, la vendemmia per molti viticoltori resta un momento legato ai ricordi e alle tradizioni. Nel complesso, il 2025 si preannuncia come un’annata positiva, capace di riportare equilibrio dopo stagioni più complicate. Ma restano le incognite di mercato. Le preoccupazioni dei produttori italiani non riguardano solo il lavoro nei campi, ma anche le dinamiche del mercato. Il settore vinicolo globale negli ultimi anni ha affrontato difficile, segnato da un calo dei consumi e da un aumento dei costi di produzione. Fortunatamente, nel 2024 il vino italiano ha mostrato una certa resilienza, in particolare grazie alle esportazioni. Molte aziende vitivinicole del Ponente si stanno muovendo strategicamente verso nuovi mercati emergenti per compensare il calo delle vendite in alcuni mercati tradizionali come Stati Uniti e Germania. Le categorie si appellano alle istituzioni. Si dicono pronte a collaborare co i decisori politici per garantire un rapido reintegro dei prodotti made in Italy tra quelli che beneficiano di una piena apertura del mercato Usa.
Qual è la tua reazione a questa notizia?