A Cogne torna l’acqua…e questa volta si beve bollita
A Cogne è tornata l’acqua, dai rubinetti. L’acquedotto comunale, danneggiato dall’alluvione nella notte tra sabato e domenica, è stato infatti ripristinato ma per precauzione l’acqua va bollita prima del suo utilizzo per uso alimentare. Continuano poi le operazioni per la sicurezza. Oggi saranno sgomberate con l’elicottero altre 300 persone. A ieri erano 853 in totale le persone che hanno lasciato il paese. Hanno lavorato quattro elicotteri della Protezione civile regionale con a bordo i tecnici del Soccorso alpino valdostano, uno della Guardia di finanza, uno dei Vigili del fuoco e due dei Carabinieri. Intanto, proseguono i lavori per un lento ritorno alla normalità con il ripristino del collegamento lungo la strada regionale per Cogne, interrotta in tre punti, e sono in corso le valutazioni delle soluzioni tecniche, dei tempi e dei costi. Entro questa mattina sarà ripristinata la strada per Lillaz, mentre per Valnontey é stata fatta una traccia per mezzi di scavo e di emergenza. In mattinata sui tempi di ripristino si è sbilanciato, ma non troppo, il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, da Sky Tg 24. In riferimento alla strada regionale ha detto: “Quella arteria che è importante e strategica, temo non possa essere messa in sesto e resa percorribile nello spazio di un mese”. Mentre sull’inattesa quantità di acqua piovuta su Cogne in poche ore è intervenuta Deborah Bionaz, assessore al Turismo del piccolo comune. “In sei ore sono caduti 90 millimetri di acqua sul territorio, che è qualcosa di straordinario. Le previsioni erano più ottimistiche”. Lo ha detto intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione di approfondimento “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani, per parlare del nubifragio che nella notte tra sabato e domenica ha isolato il paese. “Le previsioni- dice l’assessora- davano allerta gialla, che comunque è un’allerta moderata, questo perché era previsto un temporale nel pomeriggio di sabato. Negli ultimi anni, complice il cambiamento climatico, in montagna le previsioni stanno diventando sempre più difficili e il tempo è sempre più variabile”. Quanto ai danni, “siamo una località turistica, è ovvio che per noi saranno enormi, perché vuol dire comunque aver perso se non tutta la stagione, almeno tutto il mese di luglio. Adesso stiamo cercando di capire come organizzarci”.
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