Appalti Rfi in abbreviato, inflitti 38 anni di carcere per 8 imputati

Ott 28, 2023 - 08:03
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Appalti Rfi in abbreviato, inflitti 38 anni di carcere per 8 imputati

Si è concluso con una raffica di condanne e un'assoluzione il processo, celebrato a Napoli con il rito abbreviato, sugli appalti nel settore delle ferrovie affidati a ditte ritenute ritenute colluse con il clan dei Casalesi dietro il pagamento di tangenti in denaro e regali.

Il giudice Rosaria Maria Aufieri ha assolto l'imputato Luigi Russo e condannato i restanti otto a pene variabili da 16 anni e 5 mesi a un anno e 10 mesi di reclusione. In particolare, Dante Apicella - ritenuto un esponente di spicco dei Casalesi - è stato condannato a 16 anni e 5 mesi e 10 giorni di reclusione; Pietro Andreozzi a un anno e dieci mesi; Antonio e Pasquale D'Abrosca a un anno e 10 mesi; Giulio Del Vasto a tre anni e 6 mesi; Augusto Gagliardo a 4 anni; Guido Giardino a 2 anni e 8 mesi e Antonio Magliulo a 8 anni 10 mesi e 20 giorni di reclusione.

Il giudice ha anche assolto da alcuni capi d'accusa Dante Apicella, Antonio e Pasquale D'Abrosca, Giulio Del Vasto, Augusto Gagliardo e Antonio Magliulo. Sospese le pene per Andreozzi e per i D'Abrosca. Il pm antimafia Graziella Arlomede, al termine della sua requisitoria aveva chiesto 50 anni di carcere.

Altri 59 indagati - che hanno scelto il rito ordinario - dovranno comparire davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Le accuse contestate dalla Dda sono, a vario titolo, associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione, riciclaggio con l'aggravante della metodologia mafiosa ma anche rivelazione di atti coperti dal segreto delle indagini. 

Uno dei tre filoni dell'inchiesta della Procura e della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli riguarda Nicola e Vincenzo Schiavone, il primo ritenuto un 'colletto bianco' dei Casalesi e padrino di battesimo dell'omonimo figlio del boss Francesco Schiavone. Nicola Schiavone, sempre secondo gli inquirenti, si sarebbe avvalso del clan per dare impulso alle sue attività imprenditoriali.
   

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv