Dal giudice la maestra che faceva recitare le preghiere in classe
Fu sospesa per 20 giorni con la decurtazione dello stipendio per aver fatto recitare preghiere in classe. Marisa Francescangeli, la maestra della scuola primaria di San Vero Milis è comparsa davanti al giudice del Lavoro di Oristano, Consuelo Mighela per la prima udienza della causa da lei intentata.
I suoi legali, gli avvocati Elisabetta Mameli e Domenico Naso, che assistono la docente per conto della Federazione Uil Scuola regionale e nazionale, contestano questioni procedurali e di merito. Il giudice ha sentito l'insegnante. Marisa Francescangeli ha ammesso di aver fatto recitare agli studenti due preghiere nelle giornate precedenti il Natale.
I suoi legali hanno chiesto l'audizione di testimoni. Il giudice si è riservata la decisione. Secondo gli avvocati della maestra mancano le prove dei fatti. I legali sostengono che il provvedimento di sospensione sia stato disposto solo sulla base delle dichiarazioni di tre mamme che hanno riportato la loro versione al dirigente scolastico, Alessandro Cortese. Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ad aprile era intervenuto per specificare che - secondo la relazione in suo possesso - la sospensione fosse scaturita da "reiterate preghiere e canti religiosi nelle ore disciplinari". "Anziché insegnare storia, geografia e matematica, la docente avrebbe fatto cantare inni religiosi o pregare", aveva spiegato il Ministro. La maestra Francescangeli in risposta a questa accusa, intervenuta in tv aveva parlato di "esagerazione", negando qualsiasi altro addebito.
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