Dodici dipendenti dell’Unrwa collegati agli attacchi del 7 ottobre contro Israele
Almeno dodici dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (Unrwa) sono in qualche modo collegabili con gli attacchi condotti lo scorso 7 ottobre da Hamas contro Israele, mentre il dieci per cento del personale avrebbe legami con gruppi militanti islamisti. Lo rivelano rapporti d’intelligence i cui contenuti sono stati pubblicati oggi dal quotidiano statunitense “Wall Street Journal”. Stando a uno dei dossier menzionati, sei operatori dell’Unrwa facevano addirittura parte dei commando palestinesi che lo scorso 7 ottobre hanno ucciso circa 1.200 persone nel sud d’Israele, in quello che è considerato il più sanguinoso attacco contro la comunità ebraica dai tempi dell’Olocausto. Altri due avrebbero contribuito al rapimento di cittadini israeliani, mentre altrettanti sarebbero stati segnalati in luoghi nei quali decine di civili dello Stato ebraico sono stati uccisi. Altri dipendenti dell’agenzia Onu, infine, avrebbero contribuito all’operazione sul piano logistico, per esempio fornendo armi ai militanti. Tra i dodici, sette sarebbero insegnanti di scuola primaria o secondaria. Le informazioni d’intelligence, precisa il “Wsj”, sono state passate agli Stati Uniti da Israele, e hanno contribuito alla decisione di Washington di sospendere ogni finanziamento all’Unrwa. Le stesse comunicazioni hanno portato gli Usa a ritenere che circa 1.200 dipendenti dell’agenzia su 12 mila avrebbero legami con Hamas o con la Jihad islamica palestinese, e che almeno la metà di essi avrebbe parenti stretti appartenenti ai due gruppi islamisti, entrambi considerati dagli Stati Uniti organizzazioni terroristiche. Ancora, il 23 per cento degli impiegati di genere maschile dell’Unrwa avrebbe legami con Hamas, una percentuale superiore a quella della popolazione adulta maschile dell’intera Striscia di Gaza (15 per cento), circostanza che secondo il quotidiano statunitense mostra come all’interno dell’agenzia vi sia un livello di politicizzazione più alto rispetto al resto della comunità dell’exclave palestinese.
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