Donald Trump a processo per frode fiscale
“Andrò in tribunale per combattere per il mio nome e la mia reputazione. Tutto questo caso è una vergogna!”. Ha detto ieri Trump.
La procuratrice generale Letitia James nel settembre del 2022 aveva accusato il tycoon, assieme ai figli Donald Jr ed Eric, di aver gonfiato gli asset della Trump Organization per decenni in modo da ottenere finanziamenti più vantaggiosi e chiedendo una sanzione da 250 milioni di dollari.
Una prima sentenza sfavorevole è arrivata già la scorsa settimana con la richiesta di archiviazione respinta da parte del giudice Arthur Engoron. Il magistrato chiamato a decidere aveva stabilito come "dalle prove” risultasse “evidente che i tre imputati” fossero “responsabili di frode" per aver fornito "informazioni finanziarie false", aumentando i redditi della loro holding fino a 3,6 miliardi di dollari. Secondo il procuratore generale la frode avrebbe aiutato l’ex inquilino della Casa Bianca a ottenere prestiti per la costruzione di un golf resort a Miami, un hotel a Washington e un altro albergo di lusso a Chicago.
Il giudice Engoron la scorsa settimana ha così disposto la revoca della licenza ad alcune delle aziende dell'ex presidente e dei suoi figli, costretti a sciogliere le loro società, e la prosecuzione di un monitoraggio esterno sull'attività della sua organizzazione. Non sono mancate le accuse di rito dell’ex presidente, che ha definito la procuratrice come "corrotta" e il giudice incaricato del caso come uno "squilibrato".
Il processo che si è appena aperto si preannuncia ricco di testimoni, fra i quali tre dei figli di Trump, Eric, Donald Jr e Ivanka, l'ex direttore finanziario della Trump Organization, Allen Weisselberg, l'ex avvocato di Trump, Michael Cohen con il quale Trump ha da tempo interrotto ogni rapporto di confidenza e fiducia
Donald Trump ha sempre respinto tutte le accuse, definendo la decisione della scorsa settimana "antiamericana", nonché parte di un complotto tirato su apposta per danneggiare la sua campagna presidenziale: una "caccia alle streghe" che sta diffamando e calunniando "una grande compagnia".
Il candidato repubblicano favorito alle presidenziali risulta attualmente coinvolto, così, in quattro cause differenti. Oltre al processo civile che lo vedrà impegnato per tutta la settimana, il prossimo 4 marzo dovrà comparire davanti a un tribunale federale di Washington per aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali vinte nel 2020 da Joe Biden. Successivamente dovrà rispondere anche in Florida per la presunta gestione negligente di documenti confidenziali, avvenuta alla fine del suo mandato presidenziale.
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