Elezioni in Tanzania: due morti nelle proteste nel nord al confine con il Kenya

Nov 1, 2025 - 00:30
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Elezioni in Tanzania: due morti nelle proteste nel nord al confine con il Kenya

Almeno due persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco e centinaia sono rimaste ferite durante le proteste post-elettorali scoppiate a Namanga, località del nord della Tanzania al confine con il Kenya, in seguito alle elezioni generali di mercoledì. Lo ha riferito il comandante della contea di Kajiado, Alex Shikondi, precisando che le vittime sono due ragazzi di 27 e 28 anni, colpiti da proiettili sparati dagli agenti delle Forze di polizia della Tanzania (Tpf). “Gli agenti sparavano freneticamente dal lato tanzaniano, contro i manifestanti che si trovavano sul lato keniota del valico di frontiera”, ha dichiarato Shikondi. Le proteste sono scoppiate per contestare lo svolgimento delle elezioni, boicottate dalle opposizioni e che hanno visto reprimere duramente i manifestanti per le strade delle principali città. Durante la protesta a Namanga, i manifestanti hanno distrutto gli striscioni elettorali della presidente tanzaniana Samia Suluhu Hassan, di cui si attende la probabile riconferma in elezioni senza rivali di peso.

Rimane difficile la situazione in Tanzania, dove le proteste antigovernative sono proseguite nonostante il coprifuoco imposto dalla polizia. Secondo quanto si apprende, diverse ambasciate a Dar es Salaam sono al momento prive di collegamento o temporaneamente chiuse, dopo che la rappresentanza degli Stati Uniti ha consigliato al proprio personale di rifugiarsi presso le proprie residenze a causa delle manifestazioni in corso nel Paese per le elezioni generali. Media locali riferiscono inoltre che la copertura internet è instabile o in alcuni casi completamente assente, mentre la polizia di Dar es Salaam ha annunciato misure severe contro gli agitatori. Proteste anche ad Arusha, nel nord del Paese, dove un gruppo di manifestanti ha dato alle fiamme una stazione di polizia e gli attivisti sono tornati nelle strade per contestare lo svolgimento delle elezioni, nelle quali si preannuncia vincitrice la presidente in carica Samia Suluhu Hassan. A Dar es Salaam è stato imposto un coprifuoco notturno dalle ore 18 di questa sera e fino a nuovo ordine, come annunciato in diretta televisiva dal capo della polizia Camillus Wambura, avvertendo che agenti e personale militare pattuglieranno le strade della città per individuare eventuali trasgressori.

Ad oggi non esiste un bilancio ufficiale delle vittime delle proteste, nelle quali i manifestanti sono stati duramente repressi. Ci sono segnalazioni secondo cui oltre 30 persone potrebbero essere state uccise nelle violenze di mercoledì, giorno del voto, ma al momento non è stato possibile verificare la notizia. In seguito alla mobilitazione degli attivisti, che sono più volte scesi a protestare nelle strade, la polizia di Dar es Salaam ha imposto un coprifuoco notturno di durata al momento indefinita. Giornalisti locali hanno tuttavia riferito di spari dopo l’inizio del coprifuoco, mentre immagini condivise sui social media hanno mostrato in questi giorni seggi elettorali distrutti, autobus bruciati e fiamme appiccate ad una stazione di servizio, suggerendo che il movimento si stesse estendendo ad altre città, tra cui Mbeya, Mbozi (sud-ovest) e Arusha (nord-est).

La rabbia dei manifestanti si è espressa in particolare contro il figlio della presidente Samia Suluhu Hassan, che guida una “task force” informale formata da agenti di polizia e dei servizi segreti incaricata di gestire la sicurezza durante il periodo elettorale. Lo rivela il sito di inchiesta francese “Africa Intelligence”, spiegando che l’unità è accusata di aver contribuito ad un significativo aumento dei rapimenti di oppositori nei giorni precedenti le elezioni presidenziali (boicottate dalle opposizioni), tra cui quello di una popolare influencer, Niffer, ritenuta responsabile di aver incitato alle proteste. L’organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha denunciato una “ondata di terrore” caratterizzata da “sparizioni forzate, arresti arbitrari, torture ed esecuzioni extragiudiziali” prima delle elezioni.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv