Energia, l'84,4% degli italiani è sensibile alla sicurezza delle forniture
Più di 9 italiani su 10 (il 91,8%) percepiscono l'epoca attuale come fortemente incerta; l’84,4% si dichiara sensibile alla sicurezza energetica, ma solo il 23,8% afferma di conoscerla bene. La dipendenza energetica dall’estero è il primo problema percepito, ma nei fatti la sua reale entità è largamente sottostimata. Il 42,9% ritiene plausibile il rischio di blackout o interruzioni nell’erogazione di energia, ma al contempo il 72,4% sostiene che nel 2025 non è accettabile che avvengano blackout. Il 32,4% ritiene plausibile che i costi dell’energia diventino tanto alti da limitarne l’uso anche in presenza di disponibilità, ma la maggioranza degli italiani (il rimanente 67,6%, cioè poco più di 2/3 degli italiani), con diverse sfumature di opinione, si appoggia fideisticamente all’idea che il settore pubblico possa assorbire l’eccesso di costo. E' quanto emerge da una ricerca voluta dal Festival dell'Energia e realizzata dall’istituto Gpf Inspiring Research. Dall’indagine, inoltre, non emerge un rifiuto ideologico netto né verso il nucleare né verso le fonti fossili. Partendo da queste ultime, il 75,2% si dichiara favorevole allo sfruttamento di giacimenti italiani (la maggioranza di costoro vorrebbe però veder garantite sicurezza ambientale e decoro). Ben il 58,4% degli intervistati accetta (anche in questo caso con diverse sfumature di opinione) di re-investire nel nucleare per il fabbisogno energetico nazionale. Sono i giovani ad avere la maggiore apertura verso il nucleare: il dato tra gli under 35 arriva al 62,3%.
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