Il 2024 anno nero per i giornalisti nelle aree di conflitto

Dic 23, 2024 - 03:51
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Il 2024 anno nero per i giornalisti nelle aree di conflitto

Il 2024 è caratterizzato da un’allarmante intensificazione degli attacchi contro i giornalisti, in particolare nelle zone di conflitto, mentre il numero di giornalisti incarcerati è cresciuto del 7%. Lo deplora l’organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf) in un bilancio dell’anno 2024, stilato tra il 1° gennaio e il 1° dicembre. Gaza emerge come la regione più pericolosa del mondo nel 2024 e il territorio con il maggior numero di giornalisti uccisi nell’esercizio delle loro funzioni negli ultimi cinque anni. “Dall’ottobre 2023 più di 145 giornalisti sono stati uccisi dall’esercito israeliano, di cui almeno 35 presi di mira o uccisi a causa del loro lavoro”, scrive Rsf. Inoltre, sono attualmente in carcere nel mondo 550 giornalisti, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. “I giornalisti non muoiono, vengono uccisi; non sono in prigione, i regimi ce li hanno gettati; non sono scomparsi, sono stati rimossi. Questi crimini, spesso orchestrati da governi o gruppi armati, violano il diritto internazionale e troppo spesso rimangono impuniti. Dobbiamo spostare le righe, ricordare, noi cittadini, che è per noi, per informarci, che i giornalisti muoiono. Continuiamo a contare, a nominare, a denunciare, a indagare, affinché venga fatta giustizia. Il destino non deve mai trionfare. Tutelare chi ci informa significa tutelare la verità”, insorge Thibaut Bruttin, direttore generale di Rsf. In tutto il mondo, il numero di giornalisti uccisi per aver coperto zone di conflitto – Medio Oriente, Iraq, Sudan, Birmania e Ucraina – ha raggiunto il livello più alto degli ultimi cinque anni (57,4%). L’organizzazione ha registrato 54 giornalisti uccisi, di cui 31 in zone di conflitto. La Palestina è la regione più pericolosa per i giornalisti, con un numero di morti più alto di qualsiasi altro Paese negli ultimi cinque anni. Secondo le informazioni di Rsf, più di 145 giornalisti sono stati uccisi da Israele dall’ottobre 2023, di cui almeno 35 presi di mira o uccisi nell’esercizio del proprio lavoro. L’Asia è seconda regione più pericolosa per i giornalisti in questo bilancio dove per una volta, non spicca l’Africa. Sette giornalisti sono stati uccisi in Pakistan e cinque durante le proteste in Bangladesh. In Africa, Rsf ha registrato quattro vittime in Sudan, tra cui il cameraman Hatem Maamoun, morto a seguito delle ferite riportate durante l’attacco a un campo di Jebeit. In Ciad, è stato ucciso il giornalista Idriss Yaya, della radio comunitaria di Mongo, sparato insieme alla moglie e al figlio il 1° marzo nel Ciad centrale, come rappresaglia per le sue indagini, in particolare sui conflitti intercomunitari e sul traffico di armi. Israele è di gran lunga il Paese che ha incarcerato il maggior numero di giornalisti dall’inizio della guerra a Gaza nell’ottobre 2023 e diventa la terza prigione al mondo per giornalisti. L’aumento del numero di giornalisti detenuti nel 2024 si spiega in particolare con le nuove incarcerazioni in Russia (+8) e Israele (+17). Le 4 carceri più grandi del mondo – Cina (124, di cui 11 a Hong Kong), Birmania (61), Israele (41) e Bielorussia (40) – detengono più di un giornalista su due incarcerato in tutto il mondo. “L’incarcerazione costituisce uno strumento di repressione, in particolare al servizio dell’aggressione russa in Ucraina o dell’offensiva israeliana a Gaza”, scrive Rsf. In totale, si contano 550 giornalisti in prigione. Il rapporto lancia anche l’allarme su 55 giornalisti in ostaggio. Il 70% dei giornalisti presi in ostaggio si trovano in Siria. Per lo più rapiti dallo Stato islamico durante la guerra, dieci anni dopo è ancora estremamente difficile, se non quasi impossibile, ottenere informazioni sulla loro sorte. Il crollo del regime di Bashar al-Assad apre una finestra di speranza. Lo Yemen è unico Paese con nuovi ostaggi nel 2024: due colleghi sono stati rapiti dagli Houthi. Il Mali era stato l’unico Paese con nuovi ostaggi nel 2023: il direttore Saleck Ag Jiddou e il conduttore Moustapha Kone di Radio Coton sono stati rapiti il ​​7 novembre 2023 da un gruppo armato. Il riscatto richiesto ammonta ora a circa 6.150 euro. Rsf deplora infine 95 giornalisti scomparsi, in 34 paesi del mondo. Più di un quarto di loro è scomparso negli ultimi dieci anni. Il 45% dei giornalisti scomparsi sono vittime di sparizioni forzate. Il Messico si distingue come il paese con il maggior numero di sparizioni di giornalisti. Nel 2024 sono avvenute 4 nuove sparizioni forzate in Burkina Faso, Nicaragua, Russia e Siria.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv