Medici Senza Frontiere: 'Gaza è una trappola mortale' Israele sta distruggendo le vite delle persone

Dic 23, 2024 - 03:51
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Medici Senza Frontiere: 'Gaza è una trappola mortale' Israele sta distruggendo le vite delle persone

I ripetuti attacchi militari di Israele contro i civili palestinesi negli ultimi 14 mesi, lo smantellamento del sistema sanitario e di altre infrastrutture essenziali, il soffocante assedio e la negazione sistematica dell’assistenza umanitaria stanno distruggendo la vita a Gaza. È quanto emerge dal nuovo rapporto internazionale di Medici Senza Frontiere “Gaza è una trappola mortale”. Chiediamo a tutte le parti – ancora una volta, con urgenza – un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari. Israele deve fermare i suoi attacchi mirati e indiscriminati contro i civili e i suoi alleati devono agire subito per proteggere le vite dei palestinesi e rispettare le regole della guerra. “Le persone a Gaza lottano per la sopravvivenza in condizioni apocalittiche, ma nessun luogo è sicuro, nessuno è risparmiato e non c’è via d’uscita da questa enclave distrutta. La recente offensiva militare nel nord della Striscia è un chiaro esempio della guerra brutale che le forze israeliane stanno conducendo a Gaza e stiamo assistendo a chiare evidenze di pulizia etnica dal momento che i palestinesi vengono sfollati con la forza, messi in trappola e bombardati. Tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui a Gaza è in corso un genocidio. Pur non avendo l’autorità legale per stabilire l’intenzionalità, le evidenze della pulizia etnica e la devastazione in corso – tra cui uccisioni di massa, gravi lesioni fisiche e mentali, sfollamento forzato e condizioni di vita impossibili per i palestinesi sotto assedio e sotto i bombardamenti – sono innegabili”, ha affermato Christopher Lockyear Segretario generale di MSF. In risposta ai terribili attacchi condotti da Hamas e da altri gruppi armati in Israele il 7 ottobre 2023 – in cui sono state uccise 1.200 persone e 251 sono state prese in ostaggio – le forze israeliane stanno schiacciando l’intera popolazione di Gaza. Secondo il ministero della salute, la guerra totale di Israele contro Gaza ha ucciso più di 45.000 persone, tra cui 8 membri del nostro staff. Il numero di morti legati alla guerra è probabilmente molto più alto a causa dell’impatto del collasso del sistema sanitario, delle epidemie e dell’accesso fortemente limitato a cibo, acqua e rifugi. All’inizio di quest’anno le Nazioni Unite hanno stimato che più di 10.000 corpi sarebbero rimasti sepolti sotto le macerie. Le forze israeliane hanno impedito l’ingresso nella Striscia di beni essenziali come cibo, acqua e forniture mediche, oltre a bloccare, negare e ritardare l’assistenza umanitaria, come documentato nel rapporto di MSF. Circa 1,9 milioni di persone – il 90% dell’intera popolazione della Striscia – sono state sfollate con la forza, e molte sono state costrette a spostarsi più volte. Meno della metà dei 36 ospedali di Gaza sono funzionanti – anche se solo parzialmente – e il sistema sanitario è al collasso. Da ottobre 2023 a ottobre 2024, solamente il nostro staff ha subito 41 attacchi e incidenti violenti, tra cui attacchi aerei, bombardamenti e incursioni violente nelle strutture sanitarie, fuoco diretto sui rifugi e sui convogli dell’organizzazione, detenzione arbitraria di colleghi da parte delle forze israeliane. Il personale medico di MSF e i pazienti sono stati costretti a evacuare ospedali e strutture sanitarie in 17 diverse occasioni, spesso letteralmente correndo per mettersi in salvo. Ci sono stati scontri tra le parti in guerra vicino alle strutture mediche, che hanno messo in pericolo i pazienti, i loro familiari e il personale medico. Nel frattempo, le ferite fisiche e mentali dei palestinesi sono schiaccianti e i bisogni continuano a crescere. Le strutture supportate da MSF hanno effettuato almeno 27.500 visite mediche a feriti di guerra e 7.500 interventi chirurgici. Le persone soffrono per le lesioni causate dal conflitto e di malattie croniche, aggravate dall’impossibilità di accedere ai servizi sanitari e ai farmaci essenziali. Lo sfollamento forzato da parte di Israele ha spinto le persone a vivere in condizioni insostenibili e antigieniche, dove le malattie possono diffondersi rapidamente. Di conseguenza, le nostre équipe stanno curando un gran numero di persone per malattie cutanee, infezioni respiratorie e diarrea, che si prevede aumenteranno con l’abbassamento delle temperature in inverno. I bambini non stanno ricevendo vaccinazioni cruciali e sono esposti a malattie come il morbillo e la poliomielite. Inoltre, abbiamo osservato un aumento del numero di casi di malnutrizione, ma rimane impossibile effettuare uno screening completo a causa della diffusa insicurezza e della mancanza di adeguate misure di deconflitto. Mentre le possibilità di ricevere assistenza medica si riducono a Gaza, Israele ha reso ancora più difficile l’evacuazione medica delle persone. Dalla chiusura del valico di Rafah a maggio 2024 fino a settembre 2024, le autorità israeliane hanno autorizzato l’evacuazione di soli 229 pazienti, pari all’1,6% di coloro che ne avevano bisogno in quel momento: una goccia in un mare di bisogni. La situazione nel nord di Gaza è particolarmente grave dopo la recente offensiva militare di Israele che ha spopolato vaste aree e, secondo quanto riferito, ucciso quasi 2.000 persone. La parte settentrionale della Striscia, in particolare il campo di Jabalia, è stata nuovamente assediata dalle forze israeliane a partire dal 6 ottobre 2024. Le autorità israeliane hanno ridotto drasticamente la quantità di aiuti essenziali autorizzati ad entrare nel nord e a ottobre 2024, i rifornimenti che hanno raggiunto l’intera Striscia di Gaza hanno raggiunto la quantità più bassa dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023: a ottobre 2024 sono entrati in media 37 camion di aiuti umanitari al giorno, cifra ben al di sotto dei 500 camion umanitari che entravano prima del 7 ottobre 2023. “Per più di un anno, il nostro personale medico a Gaza è stato testimone di una campagna implacabile da parte delle forze israeliane, caratterizzata da distruzione, devastazione e disumanizzazione di massa. I palestinesi sono stati uccisi nelle loro case e nei reparti ospedalieri. Sono stati sfollati con la forza più volte in aree che non sono né sicure né salubri. Le persone non riescono a trovare nemmeno i beni di prima necessità, come cibo, acqua pulita, medicine e sapone nel bel mezzo di un assedio punitivo e di un blocco degli aiuti”., ha aggiunto. Chiediamo agli Stati, in particolare agli alleati più stretti di Israele, di porre fine al loro sostegno incondizionato a Israele e di adempiere al loro obbligo di prevenire il genocidio a Gaza. Quasi un anno fa, il 26 gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto “misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria essenziali per affrontare le condizioni di vita avverse dei palestinesi nella Striscia di Gaza”. Israele non ha intrapreso alcuna azione significativa per rispettare l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia. Al contrario, le autorità israeliane continuano a impedire attivamente a MSF e altre organizzazioni umanitarie di fornire assistenza salvavita alle persone intrappolate dall’assedio e dai bombardamenti. Gli Stati devono far leva sulla loro influenza per alleviare le sofferenze della popolazione e consentire un massiccio aumento dell’assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza. In qualità di potenza occupante, le autorità israeliane hanno la responsabilità di garantire una consegna rapida, senza ostacoli e sicura degli aiuti umanitari, in quantità sufficiente per rispondere ai bisogni della popolazione. Ma al contrario, il blocco israeliano e la continua ostruzione degli aiuti hanno reso quasi impossibile per la popolazione di Gaza l’accesso ai beni essenziali, tra cui carburante, cibo, acqua e medicinali, e allo stesso tempo Israele ha deciso di mettere al bando l’UNRWA, principale fornitore di aiuti, assistenza sanitaria e altri servizi vitali per i palestinesi. Ribadiamo il nostro appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo. La distruzione totale della vita dei palestinesi a Gaza deve cessare. Chiediamo anche un accesso immediato e sicuro al nord di Gaza per consentire la consegna di aiuti umanitari e forniture mediche agli ospedali. Mentre continuiamo a fornire cure salvavita nella zona centrale e meridionale di Gaza, chiediamo a Israele di porre fine all’assedio sul territorio e di aprire i valichi via terra, compreso il valico di Rafah, che sono vitali per consentire un massiccio aumento degli aiuti umanitari e medici. Secondo il rapporto di MSF, anche se l’offensiva militare israeliana su Gaza terminasse oggi, i suoi impatti a lungo termine sarebbero senza precedenti per il livello di distruzione e le enormi sfide per fornire assistenza sanitaria in tutta la Striscia. Un numero impressionante di feriti di guerra è a rischio di infezioni, amputazioni e disabilità permanenti e molti di loro avranno bisogno di anni di cure riabilitative. I traumi fisici e mentali causati dalla violenza estrema, dalla perdita di familiari e delle proprie abitazioni, dai ripetuti spostamenti forzati e dalle condizioni di vita disumane avranno ripercussioni a vita su intere generazioni.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv