Ilda Boccassini indagata a Firenze per false informazioni ai pm nell’inchiesta sulle stragi del ’93
L’inchiesta fiorentina sui cosiddetti «mandanti occulti» delle stragi mafiose del 1993 ha generato un’indagine parallela a carico di Ilda Boccassini. L’ex pm, che indagò anche sulle bombe di Capaci e via D’Amelio, si ritrova ora indagata per il reato di “false informazioni al pm”. Boccassini, secondo l’atto d’accusa che le è stato notificato, avrebbe taciuto informazioni a sua conoscenza su una fuga di notizie che danneggiò le sue stesse indagini, nel 1994. Nel libro “La stanza numero 30” l’ex pm aveva scritto di aver saputo dal giornalista Giuseppe D’Avanzo (pochi giorni prima della sua morte improvvisa, avvenuta nel luglio 2011) la fonte delle notizie pubblicate in un articolo uscito su “La Repubblica” nel 1994, contenente le rivelazioni del pentito di mafia salvatore Cancemi a proposito dei rapporti tra la mafia e Berlusconi. Letto il libro, tre anni fa i procuratori aggiunti fiorentini Luca Turco e Luca Tescaroli, che allora indagavano su Berlusconi come ipotetico «mandante esterno» delle stragi del ’93, convocarono Boccassini per chiederle il nome di quella fonte, che nell’autobiografia non compare. Ma la ex collega non volle rispondere. Per questo è scattata l’accusa di violazione dell’articolo 371 bis del codice penale, secondo cui “chiunque, nel corso di un procedimento penale, richiesto dal pm di fornire informazioni ai fini delle indagini, rende dichiarazioni false ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito, è punito con la reclusione fino a quattro anni”.
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