Israele permetterà l’ingresso di merci nella Striscia di Gaza attraverso il settore privato
Israele permetterà gradualmente l’ingresso di merci nella Striscia di Gaza attraverso il settore commerciale privato, secondo un nuovo meccanismo annunciato su X dal Coordinatore delle attività governative nei territori (Cogat), unità del ministero della Difesa israeliano incaricata di supervisionare la politica civile in Cisgiordania e facilitare il coordinamento logistico tra Israele e Gaza. “A seguito della decisione del Gabinetto di ampliare la portata degli aiuti umanitari, è stato approvato un meccanismo per la ripresa graduale e controllata dell’ingresso di merci attraverso il settore privato nella Striscia di Gaza”, scrive su X il Cogat, sottolineando come l’obiettivo sia quello di “aumentare il volume degli aiuti in ingresso, riducendo al contempo la dipendenza dalla raccolta di aiuti da parte delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali”.
“Nell’ambito dell’elaborazione di questo meccanismo, un numero limitato di commercianti locali è stato approvato, soggetto a criteri specifici e a controlli di sicurezza”, annuncia il Coordinatore. Le merci che verranno introdotte nella Striscia includono: “prodotti alimentari di base, cibo per bambini, frutta e verdura, e articoli per l’igiene. I pagamenti per l’acquisto di tali beni avverranno esclusivamente tramite bonifici bancari, secondo un meccanismo di monitoraggio e supervisione. Tutte le merci saranno sottoposte a un’ispezione approfondita”.
Intanto, l’ottava nave di aiuti degli Emirati Arabi Uniti per la popolazione di Gaza è arrivata nel porto egiziano di El Arish, vicino a Rafah. Secondo i media egiziani, la nave Khalifa, la più grande nave di aiuti umanitari con 7.166 tonnellate di cibo, medicine e aiuti umanitari si sta preparando a scaricare il suo carico ad Al Arish. In particolare, il carico comprende 4.372 tonnellate di cibo, 1.433 tonnellate di materiale per ripari, 860 tonnellate di materiale medico e 501 tonnellate di materiale sanitario, portando il totale degli aiuti inviati alla Striscia di Gaza a 77.266 tonnellate.
Secondo l’agenzia di stampa emiratina “Wam”, gli Emirati Arabi Uniti hanno fornito aiuti finora con valore di 1,5 miliardi di dollari di sostegno umanitario alla Striscia di Gaza, oltre ad aver evacuato 2.630 tra persone malate e accompagnatori dalla Striscia in 25 voli. Fino ad oggi, gli Emirati hanno inviato a Gaza 5.575 camion carichi di vari articoli di soccorso e 3.736 tonnellate di aiuti sono state sganciate per via aerea attraverso 58 lanci. Ancora, Abu Dhabi ha sostenuto il funzionamento di sei impianti di desalinizzazione con una capacità di due milioni di galloni d’acqua al giorno.
Ieri, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu il via libera per lanciare un’operazione militare contro Hamas. Lo riferisce l’emittente israeliana “Ynet” sul suo sito, aggiungendo che secondo le sue fonti Israele e Washington “concordano che Hamas non voglia un accordo”. In precedenza, alti funzionari dell’ufficio di Netanyahu hanno dichiarato che Israele “ha preso la sua decisione” ed allargherà il raggio d’azione dei suoi attacchi nella Striscia di Gaza colpendo aree dove ha finora evitato di operare per timore di colpire gli ostaggi. Secondo quanto riferito dagli stessi funzionari all’emittente israeliana “Channel 12”, “Hamas non rilascerà più ostaggi senza la resa completa, e noi non ci arrenderemo. Se non agiamo ora, gli ostaggi moriranno di fame e Gaza rimarrà sotto il controllo di Hamas”.
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