Ludopatia, gli esperti: “Serve educazione non proibizionismo”
Le campagne proibizioniste non bastano per contrastare la ludopatia. È questo il punto centrale evidenziato dagli esperti del Centro San Nicola, specializzato nel recupero dalle dipendenze, che giudicano corretta la recente decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittimo l’articolo 7 comma quater del decreto Balduzzi, che vietava l’uso di dispositivi connessi a internet per il gioco online nei locali pubblici. Secondo la direttrice clinica, l’obiettivo deve essere quello di educare a un rapporto sano con il gioco, che è una componente naturale della vita umana, fondamentale fin dall’infanzia per lo sviluppo delle relazioni e delle capacità emotive. L’origine della dipendenza spesso risale all’infanzia: l’abitudine di dare ai bambini dispositivi elettronici per calmarsi, insegna fin da subito che lo schermo può diventare un regolatore emotivo. Questo meccanismo, se non corretto, può contribuire allo sviluppo di dipendenze in età adulta. La ludopatia in Italia è un fenomeno preoccupante che richiede un approccio multidisciplinare. Il primo passo, spiegano gli esperti, è affrontare le conseguenze economiche con una rete di professionisti (come legali e commercialisti), per poi avviare un percorso di recupero basato sulla consapevolezza del problema. Anche se i pazienti under 20 sono ancora pochi, il loro numero è in aumento, legato al senso di solitudine e alla mancanza di riconoscimento sociale o familiare. L’approccio terapeutico, conclude la dottoressa Marcaccio, deve partire dalla comprensione profonda delle ragioni che spingono una persona a rifugiarsi nel gioco.
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