Operazione dei Nas nelle mense scolastiche, tantissime irregolarità riscontrate e sequestri
Insetti, acqua non potabile, cibi di dubbia provenienza: i controlli a tappeto eseguiti da settembre in circa mille mense scolastiche di ogni ordine e grado, fino a quelle universitarie e in tutta Italia, hanno portato alla luce irregolarità per il 27 per cento delle cucine analizzate. I Nas hanno accertato 361 violazioni penali e amministrative che hanno portato a sanzioni pari a 192 mila euro in totale.
Per tutte le mense irregolari è stata disposta la sospensione dell’attività o il sequestro, in particolare per 13 aree cucina/depositi alimenti a causa delle rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali. Tra gli elementi contestati, la presenza diffusa di umidità e muffe, di insetti ed escrementi di roditori. In particolare, un asilo nido in provincia di Taranto è stato chiuso dopo la scoperta che veniva usata acqua non potabile per usi alimentari.
Complessivamente sono stati sequestrati oltre 700 kg di derrate alimentari (carni, formaggi, pane, pasta, acqua minerale) riscontrate in assenza di tracciabilità, scadute di validità e custodite in ambienti inadeguati. Denunce anche per inadempienza per aver confezionato pasti in qualità e grammatura inferiore a quello concordato. La maggioranza delle irregolarità ha riguardato carenze strutturali e gestionali nella preparazione dei pasti, la mancanza della tracciabilità degli alimenti e l’omessa comunicazione della presenza di eventuali allergeni, essenziale per la prevenzione di possibili episodi di reazione allergica, in particolare nelle fasce sensibili delle utenze scolastiche. Nel corso di un controllo eseguito presso un centro di preparazione pasti della provincia di Reggio Emilia, sono state rilevate carenze igienico-sanitarie riconducibili alla presenza di carcasse di blatte, anche all’interno delle celle frigo adibite allo stoccaggio delle materie prime, oltre a escrementi di roditori.
A Rieti è stato denunciato il responsabile della mensa di un istituto comprensivo statale per aver dato da mangiare agli alunni alimenti di qualità differente da quelli previsti dal contratto d’appalto e per aver omesso di indicare le informazioni obbligatorie sulla presenza di sostanze o prodotti contenenti allergeni.
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