Osservatorio lavoratori dipendenti e indipendenti: i dati Inps sul mercato del lavoro in Italia

Dic 28, 2025 - 00:34
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Osservatorio lavoratori dipendenti e indipendenti: i dati Inps sul mercato del lavoro in Italia

L’INPS ha pubblicato nei giorni scorsi l’Osservatorio su lavoratori dipendenti e indipendenti che evidenzia complessivamente poco meno di 27 milioni di lavoratori nel 2024 considerando tutte le gestioni previdenziali Inps, in crescita del +1,4% rispetto al 2023, crescita ancora più accentuata (+5,7%) se confrontata con il 2019, l’anno pre-pandemia.
L’Osservatorio integra i dati di tutti gli assicurati presso le diverse gestioni previdenziali INPS coprendo il 95% degli occupati regolari in Italia con le uniche eccezioni riguardanti i professionisti iscritti solo alle Casse previdenziali degli ordini e poche altre tipologie di lavoro autonomo occasionale esentate da contribuzione.
Nel 2024 il numero di lavoratori dipendenti e indipendenti è risultato pari a 26.988.000, circa 362mila in più rispetto al 2023 e ben 1,4 milioni in più rispetto al 2019.
Il numero medio di settimane lavorate nel 2024 risulta in linea con l’anno precedente (43,2 settimane contro 43,3) e superiore a quello del 2019 (42,9 settimane).
Anche il reddito medio annuo da lavoro nel 2024, pari a 26.079 euro, è in crescita rispetto all’anno precedente (+2,2%) e, considerato un tasso di inflazione pari all’1%, la crescita reale è stata dell’1,1%.
L’andamento dell’occupazione secondo la posizione prevalente nel 2024 è molto diversificato e registra: un incremento dei dipendenti nel loro complesso (privati, pubblici, domestici e operai agricoli) pari a +1,8% rispetto all’anno precedente e +7,7% rispetto al 2019; una diminuzione degli indipendenti (artigiani, commercianti, agricoli autonomi e occasionali) pari a -2,7% rispetto al 2023 e -10,2% rispetto al 2019; un incremento dei parasubordinati nel complesso (collaboratori, professionisti senza Cassa, dottorandi, amministratori, ecc.) pari a +6,4% rispetto al 2023 e +26,4% rispetto al 2019.
Nel 2024 i maschi rappresentano il 56,2% dei lavoratori dipendenti e indipendenti, presentano un numero medio di settimane lavorate nell’anno pari a 43,7 e un reddito medio annuo da lavoro di 29.236 euro; per le femmine registriamo 42,6 settimane medie lavorate e un reddito medio annuo di 22.023 euro. Permane quindi un forte gender gap, anche se nel 2024 il reddito medio annuo da lavoro per le donne è cresciuto di più (+2,8%, contro +1,8% degli uomini).
I dati sul numero di lavoratori per classe di età mostrano che sono cresciuti maggiormente sia i giovani sotto i 30 anni di età (+2,8% rispetto al 2023 e +14,8% rispetto al 2019), sia i senior con 50 e più anni di età (+3,2% rispetto al 2023 e +14,2% rispetto al 2019).
Quanto alla distribuzione territoriale, nel 2024 il 29,1% dei lavoratori (pari a 7,9 milioni) svolge l’attività nel Nord Ovest. A seguire il Nord Est con il 22,6%, pari a 6,1 milioni di lavoratori, il Centro con il 21,2% (oltre 5,7 milioni di lavoratori), infine il Sud con il 18,6% (5 milioni di lavoratori) e le Isole con l’8,4% (2,3 milioni di lavoratori).
Sempre con riferimento al 2024 osserviamo che 779.303 risultano al contempo lavoratori e pensionati, in quanto beneficiari di una pensione diretta di vecchiaia o anzianità con decorrenza ante 2024. I pensionati che lavorano rappresentano una quota pari al 2,9% dei lavoratori dell’anno nel complesso. Tale quota è maggiore tra gli autonomi (il 12,4% dei lavoratori autonomi è già pensionato) e i parasubordinati (il 10,6% dei lavoratori parasubordinati sono già pensionati) e minore tra i dipendenti (solo lo 0,9% dei dipendenti è già pensionato).
Nel 2024 i lavoratori con cittadinanza extra Ue sono l’11,9% del totale, in linea rispetto all’anno precedente quando rappresentavano l’11,5% dei lavoratori. Analizzando la loro incidenza per categoria le quote maggiori si riscontrano tra i domestici (il 53,9% dei lavoratori domestici è extra UE) e tra gli operai agricoli (il 26,8% degli operai agricoli è extra UE).

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv