Presentato a Roma il progetto 'Fashioning the World. Sharing Knowledge, Building Communities'
Presso la Sala Senato del Rettorato della Sapienza è stato presentato l progetto “Fashioning the World. Sharing Knowledge, Building Communities”, realizzato in collaborazione con il Comitato Expo 2030 Roma, rappresentato dalla vice presidente Lavinia Biagiotti, dal direttore generale Giuseppe Scognamiglio. Presente anche Lamberto Mancini, direttore della Fondazione Expo Roma 2030.
Il programma, nato a partire dalle attività del Corso di Laurea magistrale internazionale (Master) in Fashion Studies del Dipartimento di Storia antropologia religioni arte spettacolo (Saras), vede coinvolti importanti brand del Made in Italy, come Valentino, Bulgari, Cucinelli, Balestra, Biagiotti, con l’obiettivo di esplorare insieme i temi dell’intangible heritage, della sostenibilità e della valorizzazione dei territori e delle comunità.
"Roma e l’Italia - ha detto la rettrice Antonella Polimeni - sono universalmente riconosciute per i brand che hanno fatto la storia della moda, del design e del gioiello nel mondo, per il prezioso connubio tra tradizione e innovazione, per i saperi e le pratiche in dialogo con il mondo dell’arte, del cinema e delle industrie creative. Sono certa che questo progetto, a supporto della candidatura italiana della città di Roma per Expo 2030, rappresenti una straordinaria opportunità di confronto e di crescita di cui università, brand e territori devono assolutamente diventare insieme protagonisti".
L’obiettivo comune è quello di rispondere insieme alle sfide più urgenti che caratterizzano oggi il Made in Italy, avviando tavoli di lavoro congiunti, attività seminariali e di ricerca e supporto alla formazione. “Insieme” università e mercato, “insieme” con i brand di diversi comparti del sistema moda, del gioiello e degli accessori; “insieme” università e territorio; “insieme” ad altri Paesi che guardano al Made in Italy come a una realtà con cui attivare processi di cooperazione strategica, a partire dalla condivisione dei progetti di formazione.
Per questo motivo, tra le attività del progetto è prevista l’assegnazione di borse di studio a studenti internazionali provenienti da Paesi interessati ad aderire all’iniziativa, dall’Africa, all’Asia, all’America Latina, alla Regione dei Caraibi. Gli studenti selezionati avranno la possibilità di iscriversi alla magistrale in Fashion Studies di Sapienza, diretta da Romana Andò, coordinatrice del progetto.
L'incontro è stato introdotto dai saluti della rettrice Antonella Polimeni, del vicepresidente del Comitato promotore Expo 2030 Roma, Lavinia Biagiotti, del direttore generale del Comitato promotore Expo 2030 Roma, Giuseppe Scognamiglio. Sono intervenuti il prorettore all’internazionalizzazione di Sapienza, Bruno Botta, il direttore del Dipartimento di Storia antropologia religioni arte spettacolo (Saras), Gaetano Lettieri e il direttore della Fondazione Expo Roma 2030, Lamberto Mancini. La presidente del Corso di Laurea magistrale in Fashion Studies, Romana Andò, ha presentato il progetto.
A seguire si è tenuta una tavola rotonda con i rappresentanti dei brand che hanno condiviso il piano di attività a sostegno della candidatura di Roma che si svilupperà nei prossimi mesi.
Il programma si inserisce perfettamente nel quadro che guida la candidatura di Roma per Expo 2030, “Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione”, e coincide con il sempre più ampio impegno di Sapienza nel promuovere uno scambio continuo con il territorio romano e italiano, attraverso progetti di ricerca, di terza e quarta missione in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
I temi che verranno sviluppati, grazie alla guida dei brand coinvolti, saranno:
• intangible heritage inteso come capacità artistiche ed artigianali, pratiche e competenze da valorizzare come patrimonio culturale; analisi e mappatura del territorio e delle sue ricchezze, costruzione di narrazioni ed esperienze per il pubblico (prima, durante e dopo l'expo). Partnership tra Paesi con cui condividere progetti gemelli sui temi indicati (es. la Settimana della moda; l’artigianato locale del gioiello etc.)
• sostenibilità tra riscoperta della tradizione (pratiche e prodotti) e spinta all'innovazione (tecniche di produzione, comunicazione). Su questo tema potrebbe essere sviluppato un Osservatorio internazionale per valutare i livelli di sostenibilità presenti in diversi paesi rispetto a produzione tessile, produzione di manufatti, riciclo; rispetto a questioni etiche relative alle condizioni dei lavoratori, all’accesso alle professioni; alla formazione e all’inclusione. Attraverso l’analisi del passaggio delle imprese italiane di moda ad una logica 4.0 e alla produzione sostenibile potranno essere costruiti percorsi formativi per addetti ai lavori per il rilancio della piccola e media industria sui mercati internazionali,
• sostegno allo sviluppo di competenze e alla crescita occupazionale, in ottica di superamento delle differenze di genere, religione, etnia, e secondo una logica di inclusività e supporto;
• trasversalità delle industrie creative: costruire eventi, seminari, giornate di studio in cui favorire l'incontro e il confronto tra forme espressive e artistiche della moda, dell'arte, del cinema, del teatro in un territorio che ha una lunga tradizione in questo senso.
Qual è la tua reazione a questa notizia?